Elezioni, Ravetto (Lega): «Energia primo problema. Servono azioni immediate»

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LEGNANO – «Voglio diventare la voce del territorio nel direttivo nazionale della Lega e nel prossimo governo». Così Laura Ravetto, avvocato, in Parlamento da 4 legislature per Forza Italia fino alla fine del 2020, quando è salita sul Carroccio, candidata del centrodestra alla Camera nel collegio uninominale dell’Alto Milanese e nel plurinominale della sua Cuneo («ma vivo a Milano da più di trent’anni») alla presentazione oggi, venerdì 9 settembre, nella sezione legnanese della Lega (nella foto). Presenti Fabrizio Cecchetti, vice capogruppo a Montecitorio e coordinatore della Lega Lombarda per Salvini Premier, e il segretario provinciale Alessio Zanzottera.

Cecchetti: «Vinceremo, ma non voglio un Paese in ginocchio»

«Stiamo facendo la nostra campagna fra la gente – ha esordito Cecchetti – nelle aziende e nei mercati, dove vedo meno altri partiti. Uno studio di Confindustria di 3 giorni fa parla di circa 41 miliardi di euro di danni alle imprese nelle regioni del Nord per la crisi energetica. Nell’Abbiatense, territorio fortemente agricolo, gli agricoltori non riescono a pagare i costi dei macchinari per continuare a produrre. I Comuni non hanno soldi per pagare il riscaldamento, mentre nelle Rsa gli anziani rischiano di rimanere al freddo. Anche a livello sociale la situazione è molto più grave della pandemia, con Confcommercio che prevede 3,5 milioni di disoccupati in pochi mesi.

«Davanti a un problema così serio non si risponde con il tentativo di aggirarlo. Serve, anzi il provvedimento andava già fatto, un consistente scostamento di bilancio, come fatto da altri Stati come la Francia. E non si dica che lo pagheranno i nostri figli, perché in un’epoca di guerra come questa si deve solo evitare che fra 6 mesi lo si faccia di 100 miliardi per cassa integrazione, disoccupazione, Naspi e altri sussidi per chi rimarrà a casa. Il centrodestra vincerà, ma non voglio che prenda un Paese in ginocchio.

«Vogliamo tornare al governo per tornare a fare quello che abbiamo già fatto. Parlano di stipendi in più, di 45.000 nuovi medici di base proprio quelli che hanno tagliato 38 miliardi alla sanità pubblica. In un anno abbiamo annientato la questione sbarchi, la ripresa in questo momento di crisi sociale non aiuta. Vogliamo cancellare la legge Fornero, come abbiamo fatto allora mandando 400.000 italiani in pensione a 62 anni e liberando altrettanti posti di lavoro veri, non precari».

Tasse, Rdc e autonomia

Sulla flat tax, ovvero la proposta di una tassa unica al 15%, per il vice capogruppo leghista alla Camera «tanti ci prendono in giro ma è un concetto fondamentale: pagare tutti per pagare meno. Con noi al governo questo beneficio è stato dato a 2 milioni di partite Iva e vogliamo estenderlo ad altre, oltre che ai lavoratori dipendenti e ai pensionati.

«Ogni anno il reddito di cittadinanza costa 10 miliardi, vogliamo cambiarlo lasciandolo solo a chi ha veramente bisogno e non ai furbetti e a quei giovani, non in Lombardia ma in altre parti del Paese, che sono rimasti sul divano a guardare la tv.

«Nel programma ci sono presidenzialismo e autonomia. Dare più competenze alla Lombardia non toglie soldi ad altre regioni, ma significa gestirli meglio, utilizzando quello che resta per giovani, famiglie e pensionati. Spostare a Milano il ministero dell’innovazione tecnologica e della digitalizzazione, oltre al tribunale dei brevetti, darebbe slancio e creerebbe posti di lavoro in sinergia con il Mind, che richiama ricercatori da tutto il mondo. Noi amici di Putin? Lo dice chi quando era presidente del consiglio ha stretto decine di accordi con lui».

Infine, sull’ambiente: «Non mi piace la posizione classista del sindaco Sala, che vuole chiudere la città a chi inquina, colpendo chi va in auto a Milano per lavorare. Abbiamo sempre appoggiato i termovalorizzatori, questa crisi di governo è nata perché l’M5s non ne voleva uno a Roma. Quello di Borsano? Una situazione da controllare e monitorare. Vivo da sempre sotto uno di essi e non ci vedo nulla di male, soprattutto se produce energia. E tra breve in Lombardia arriveranno treni a idrogeno».

La candidata del centrodestra: «Sensazioni positive»

Anche Ravetto ostenta ottimismo sul risultato delle urne. «C’è entusiasmo, impegno e serietà. Dagli incontri che ho, vedo dal territorio una risposta di attenzione, di accoglienza e sono contenta del clima, molto positivo. Ho il vantaggio di andare in tv, la gente conosce da tempo le mie opinioni e mi dice di condividerle. Ora si tratta di creare un rapporto diretto e di vicinanza con il territorio.

«Che poi qualcuno parli di deputati candidati fuori dal territorio di appartenenza mi fa sorridere: i territori sono amplissimi e quello che conta non è la campagna elettorale ma quello che accadrà dal 26 settembre. L’impegno che prendo con Comuni, imprese e famiglie è che risponderò alle istanze che ho ascoltato da loro, che poi sono comuni a tutti i territori. Come bollette per le imprese passate da 850.000 euro a 4 milioni, o da 1.000 a 3.000 per la pasticcera di Inveruno, che non può aumentare tre volte i prezzi.

«Ho una squadra organizzata e affiatata, mi sento come in una famiglia. Sono in Parlamento dal 2006, lo ritengo un valore aggiunto. Ho dimostrato di essere impegnata e seria, lavorando nelle commissioni bilancio e affari costituzionali, come sottosegretario per i rapporti con il Parlamento e nel partito come responsabile delle pari opportunità.

«Mi piace l’interazione, e qui c’è un tessuto ad alta densità aziendale. O si risolve subito il problema energetico, con liquidità immediata, o in pochi mesi lo pagheremo molto più caro. Poi, servono sburocratizzazione e meno limiti all’ingresso in Milano, che creano problemi a commercianti e aziende. L’ambiente è un punto chiave del programma, ma non lo affronto in chiave ideologica, come fa qualcun altro. È necessario incentivare il riciclo dei materiali e il riutilizzo dei prodotti scartati. Letta pensa al pullman elettrico, ma non saprebbe come ricaricarlo».

Infine, una chiosa sul tema “caldo” di questi giorni a Legnano: il concerto di Bello Figo pagato dal Comune. «Capisco la volontà di avvicinare i giovani, ma ascoltando i suoi testi ho trovato frasi a dir poco offensive nei confronti delle donne. Ho chiesto alle donne progressiste, come la Boldrini, se lo ritengono un modello per i giovani: mi aspetto che spendano una parola. E se non lo faranno, l’ho spesa io».

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