Mimmo Esposito “folgorato” dalla Meloni divide Forza Italia: c’è chi lo vuole fuori

VARESE – «Un partito, anzi, se ci fosse ancora il partito, Mimmo Esposito sarebbe già fuori». E ancora: «Conosciamo bene Mimmo Esposito, lui dice sempre quello pensa. A volte senza pensare agli equilibri che manda all’aria». Non solo: «E’ un momento di amarezza per molti dei nostri iscritti. Esposito ha deciso di manifestarlo in questa maniera. Dirompente per il periodo che stiamo attraversando. Ma detto questo, chi oggi ha il diritto e i poteri per intervenire?».

Mister preferenze

Mimmo Esposito alle recenti amministrative ha preso quasi 700 preferenze, da quando ha fatto outing dicendo su Facebook che andrà a votare per Giorgia Meloni, è diventato una grana per Forza Italia. Un partito in difficoltà, qualcuno dice nel marasma, «anche qui ognuno fa ciò che vuole. Anche dichiarare di votare per un altro partito senza cambiare casacca». Insomma, l’uomo che continua a dirsi forzista fino al midollo è anche colui che sta mettendo alla berlina la conduzione inerme del partito che, di fatto, non sa che pesci pigliare.

Alfa

L’Alfa (non la società che gestisce il sistema idrico integrato in provincia di Varese) del malumore di Mimmo Esposito nasce da lontano. Nel partito c’è chi parla di delusione post amministrative varesine, senza approfondire più di tanto la questione. E calcando la mano sul fatto che «un tesserato, poiché ci risulta che sia tesserato, eletto con il nostro simbolo a Palazzo Estense non può certo comportarsi in questo modo. Ma che significa annunciare il suo voto per un altro partito? Un’uscita, tra l’altro, che ha spiazzato tutti, Esposito non ha parlato con nessuno.

Omega

E se queste sono le premesse, facile correre all’Omega. «Ovvero alla “fine” di questo partito. Forza Italia, per quanto in difficoltà, non può tacere davanti a questa situazione. Stiamo facendo una pessima figura e dando dimostrazione che ognuno può “terremotare” il partito pur restando al suo posto. Ci vorrebbe coerenza e questa non è data dal fatto che il suo voto resterà dentro i confini del centrodestra».

Il medico

E tra chi vuole indietro la tessera di Esposito («Non possiamo mercanteggiare la fedeltà al partito con 700 voti di preferenza») e chi vede ancor più nero («Il caso Esposito conferma verso quale destino ci stiamo avviando»), c’è chi prova a mettere in campo le sue doti di medico e prescrivere una cura. «Mimmo è un libro aperto con tutti i pro e i contro – dice il vice commissario Giuseppe Taldone – Quello che pensa lo dice e a volte succede il pasticcio. Come in questo caso. Ma so che il commissario cittadino Domenico Battaglia è già al lavoro per far rientrare la situazione e nelle prossime ore chiarirò con lui la questione».

Busto mastica amaro

Sta di fatto che Mimmo Esposito folgorato sulla via di Giorgia Meloni non è l’unico mal di pancia in casa azzurra. A Busto, infatti, pare che qualcuno non abbia digerito l’arrivo (ieri, martedì 6 settembre) di Cristina Rossello a Varese invitata da Azzurro donna: «Perché non siamo stati avvisati?».

Un aperitivo, quello di piazza Monte Grappa, che per i vertici bustocchi dei berluscones ha avuto il sapore del fiele. O forse è stato solo il pretesto per rinfocolare il loro malcontento sull’andazzo del partito, per altro già emerso con la diserzione alla riunione delle dimissioni, convocata dall’allora commissario provinciale Giacomo Caliendo. Effetti collaterali, si potrebbe dire, di una formazione politica gloriosa, ora nelle mani di chi è rimasto con in mano la bandiera. O meglio, con in mano il cerino.