Ex Banca d’Italia, il Comune di Varese valuta l’acquisto: polo unico in via Sacco

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A sinistra l'edificio dell'ex Banca d'Italia, situato proprio di fianco a Palazzo Estense

VARESEPochi passi lo separano da Palazzo Estense, di cui in futuro potrebbe costituire una vera e propria appendice. L’edificio che ospitava la Banca d’Italia al civico 1 della via del Municipio è finito “nel mirino” dell’amministrazione comunale, che ha dato incarico ad uno studio specializzato di realizzare una valutazione approfondita degli spazi e dei costi al fine di un eventuale acquisto. Nascerebbe così un polo unico di uffici comunali in via Sacco.

L’incarico

Il Comune ha individuato una società milanese a cui è stata affidata la redazione di una due diligence tecnica e di uno studio di fattibilità. Un incarico professionale di circa 30mila euro che permetterà all’amministrazione di avere in mano tutte le informazioni utili per valutare al meglio la possibilità di procedere all’acquisizione dell’edificio. L’immobile in questione è inutilizzato da alcuni anni: fino al 2017 ha ospitato la sede provinciale della Banca d’Italia, di cui ancora porta l’insegna. L’approfondimento commissionato dal Comune permetterà di conoscere la corretta definizione del valore dello stabile, alla luce degli investimenti necessari per il riutilizzo ad uso uffici.

Servono nuovi spazi

Se gli studi previsti confermeranno la fattibilità dell’intervento potrebbe dunque concretizzarsi lo spostamento presso l’ex Banca d’Italia di alcuni uffici comunali, tra cui anche attività aperte al pubblico. Palazzo Estense avrà infatti necessità nei prossimi anni di ricollocare altrove alcuni servizi i cui spazi attuali verranno a mancare, tra cui dei locali di Villa Baragiola che saranno convertiti in alloggi e gli uffici Suap di via Foresio, che rientrano nel progetto dell’ex Aermacchi. Ma non solo: nella nuova sede potrebbero essere trasferite anche altre attività. L’ubicazione del resto sarebbe perfetta, a pochi metri di distanza dalla sede principale del Comune. L’amministrazione aveva già valutato quest’opzione qualche anno fa, ma le ristrettezze economiche non avevano consentito di procedere. Ora l’idea potrebbe davvero concretizzarsi.

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