Fagnano, pasti freddi e niente refettorio: il caso mensa delle Rodari arriva al Castello

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FAGNANO OLONA – Le portate del pranzo sono fredde (anche quando non dovrebbero), ma si scalda la questione pasti degli alunni delle scuole Rodari e il problema mensa. Al punto che, a fianco delle proteste dei genitori dei ragazzi, che al momento ci sono ma non sono ancora esplose, il problema è stato “servito” anche in consiglio comunale con una mozione firmata dal gruppo di minoranza Solidarietà e Progresso. Ma andiamo con ordine.

Non è solo colpa del Covid

La mancanza di un refettorio alle scuole Rodari non è certo una problematica recente. La mancanza di uno spazio per ospitare il momento del pranzo a scuola c’era ben prima dell’avvento di Siamo Fagnano al Castello e prima ancora del capitolo amministrativo Catelli. Assenza alla quale si è posto rimedio recuperando un paio di aule per la didattica e destinate a refettorio. Soluzione, questa, che ha retto fino allo scoppio della pandemia.

L’aggressione del Covid ha infatti costretto la dirigenza scolastica a “sequestrare” le aule destinate alla refezione per restituirle alla didattica. Un ritorno al passato che ha permesso di recuperare spazi vitali per garantire i vari distanziamenti e maggiori spazi. Ma la coperta è evidentemente troppo corta. Poiché a quel punto il problema mensa è detonato. E non solo a livello logistico.

Pasti freddi

Già prima del consiglio comunale dell’altra sera (29 novembre), da giorni, la questione dei pasti freddi alle Rodari era tema di discussione tra i genitori. La mozione di Solidarietà e Progresso ha poi aperto il fronte nel campo istituzionale. Nel documento presentato, e messo ai voti dei consiglieri, il gruppo di minoranza rappresentato da Paolo Carlesso e Greta Meraviglia ha chiesto «l’attivazione dell’iter per la realizzazione di un vero e proprio locale mensa, cosa che influisce notevolmente sul miglioramento della qualità dei pasti».

Richiesta che, seppur con qualche precisazione, ha trovato concorde anche Siamo Fagnano e i consiglieri di minoranza di centrodestra. Certo la maggioranza ha frenato sull’immediata (tempi burocratici permettendo) realizzazione di una nuova mensa. Motivo? «Vogliamo – ha spiegato il sindaco Marco Baroffio – approfondire bene la questione. Prima di imboccare la strada di un nuovo progetto, stiamo valutando un metodo organizzativo differente dall’attuale. In ogni caso, sappiamo perfettamente che non è solo un problema logistico, ma anche di qualità dei pasti che deve essere migliorata. E proprio per questo nei giorni scorsi abbiamo fatto un blitz per verificare dal vivo l’intera situazione».

Più qualità nel piatto, ma per ora aumentano solo i costi

E qui Baroffio, senza entrare e affondare il colpo (lo farà domani 2 dicembre in conferenza stampa), ha dato una stoccata ai forzisti sugli aumenti dei pasti: «I rincari appena votati in giunta sono infatti funzionali all’aumento della qualità del buono mensa».

Tema, quello del “caro cibo” richiamato nella nota di Solidarietà e Progresso: «L’aumento di un euro a pasto non sembra a nostro avviso una strada percorribile per il miglioramento della qualità dei pasti, dato che rimarrebbero comunque i tempi lunghi per la distribuzione, i quali renderebbero qualsiasi pasto di bassa qualità nonostante un esborso gravoso per le famiglie».

La Cinquetti di Fagnano

Risultato: dopo aver accettato l’impegno di verificare, oltre alla riorganizzazione, anche la possibilità di realizzare un nuovo refettorio (emendamento proposto dalla maggioranza) la mozione è stata votata all’unanimità. Risultato che ha chiaramente soddisfatto Carlesso e Meraviglia, i quali però non si sono sottratti dal mettere in evidenza una nota stonata. Ovvero, scrivono nel comunicato stampa, l’esternazione del vicesindaco e assessore al Bilancio Simona Michelon, la quale a un certo punto ha troncato la discussione con un “Adesso ci siamo noi e decidiamo noi”. Frase che ricorda una vecchia canzona di Gigliola Cinquetti (dal titolo: “E qui comando io”).

«Auspichiamo – si legge nel comunicato a proposito del decisionismo del vicesindaco – che quell’uscita sia stata dovuto all’emozione del primo (in realtà era il secondo) consiglio e non sia una reale chiusura, dato che il nostro gruppo si è dimostrato più che collaborativo e aperto al confronto al fine di risolvere i problemi dei cittadini fagnanesi».

Mozioni a go-go

Il secondo consiglio comunale, il primo vero e denso di temi (più politici che amministrativi a dire la verità) ha registrato il pieno di mozioni approvate all’unanimità. Presentate tutte da Solidarietà e Progresso su argomenti quali: lo scioglimento dei gruppi nazifascisti (in riferimento all’assalto della sede della Cgil di Roma); la condanna delle violenze di genere (proposta di istallare una panchina arcobaleno in piazza Di Dio, accolta e rilanciata da Siamo Fagnano con la creazione di una “Parco dei diritti civili” all’interno dello spazio verde Avis – Aido); la regolamentazione delle unione civili. Un risultato inedito, poiché il gruppo di Carlesso e Meraviglia si è vista approvare più mozioni in questo consiglio di quanto sia accaduto nei due anni e mezzo di amministrazione Catelli.

Maggioranza politicamente variegata, ma compatta

Il dato politico che però emerge dalla seduta civica del Castello è che Siamo Fagnano esce ancor più compatta. Gli argomenti oggetto di mozione, infatti, checché se ne dica, erano piuttosto spinosi per una coalizione (quella di Baroffio) certamente civica, ma che conta al suo interno sensibilità di destra, di sinistra e di Comunione e Liberazione. Eppure nessuno dei consiglieri si è sottratto al confronto sui vari argomenti, arrivando alla fine della discussione, non solo ad approvare, ma anche ad arricchire di spunti e riflessioni le questioni trattate. Insomma, se l’obiettivo (dichiarato o meno non importa) era quello di far emerge contraddizioni interne alla maggioranza, la risposta che è giunta dai suoi banchi è stata unanime e chiara: “Non prestiamo il fianco a questi tranelli, siamo qui per amministrare il paese”. Messaggio, quest’ultimo, tutto da tradurre nella pratica. Ma l’avventura di Siamo Fagnano è, se così possiamo dire, appena all’alba.