Fanghi tossici nei campi, Slow Food Legnano: «Adesso rivedere le leggi»

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LEGNANO – «È l’occasione per procedere a correggere la normativa vigente per salvaguardare la qualità del suolo agricolo e quella delle acque di superficie e di falda»: così il comitato di Condotta Slow Food Legnano commenta oggi, venerdì 9 luglio, le notizie sullo spargimento di fanghi tossici nei terreni agricoli della Lombardia, che ha coinvolto aziende agricole di 78 comuni della Pianura Padana. In particolare, nella zona del Legnanese i comuni coinvolti sono Legnano, Canegrate e Parabiago (vedi la cartina qui sotto).

legnano fanghi tossici slowfood«In questa fase – spiega l’associazione no profit “impegnata a ridare valore al cibo” – spetta ad Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale, e ai Comuni su cui insistono le aziende agricole coinvolte rilevare quali terreni sono effettivamente inquinati e in che misura. Non è al momento ipotizzabile quale soluzione adottare: esistono studi di rigenerazione dei terreni ma su realtà di minori dimensioni. Serve che le Amministrazioni locali adottino regolamenti atti a disciplinare lo spargimento di fanghi in agricoltura, valutando la reale necessità di utilizzo dei fertilizzanti derivati da lavorazioni industriali».

Lettera aperta alla Regione

Questa la lettera che il consiglio direttivo di Slow Food Lombardia ha inviato in settimana all’assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia, Fabio Rolfi:

Lo spargimento illecito di fanghi di depurazione ricchi di sostanze tossiche sversati nelle pianure di Lombardia, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna  ha denotano per l’ennesima volta il prevalere della logica del profitto a discapito prima di tutto della salute umana e del rispetto per l’ambiente.

In Lombardia ogni anno circa 800.000 tonnellate di fanghi provenienti dalla depurazione civile, industriale e agricola vengono trasformati attraverso l’aggiunta di particolari sostanze nei cosiddetti “gessi di defecazione” per la concimazione dei terreni. Purtroppo una volta trasformati, i fanghi perdono la tracciabilità e diventa quasi impossibile risalire a dove vengano distribuiti e controllarne la composizione.

È un dato di fatto che le norme in materia della Regione Lombardia sono le più permissive e a nulla hanno portato le richieste di comitati e associazioni fin dal 2017 per cambiare le regole di spandimento soprattutto dei gessi di defecazione. D’altra parte lo spargimento di fanghi di depurazione contenenti inquinanti su terreni agricoli non ha alcun fondamento nella tradizione agricola né nella cultura contadina.

Purtroppo da anni ormai – a fronte di una agricoltura basata totalmente sulla monocultura intensiva – i terreni agricoli si sono talmente impoveriti che necessitano di forti quantità di ammendanti per la produzione: lo spargimento dei fanghi non è che l’ultimo atto di un’agricoltura che produce mais per alimentare impianti a biogas e insilati per l’alimentazione zootecnica (e che problemi avrà chi ha mangiato e mangerà i prodotti derivati dalle coltivazioni di quei campi?).

Slow Food Lombardia sostiene e ribadisce che la salute dei campi è un bene primario che non si può “barattare né mercanteggiare” perché riguarda la salute di tutti e sottolinea la necessità di diffondere pratiche agroecologiche quali la rotazione delle colture, il rimboschimento e il ripristino di fasce arbustive atte ad ospitare insetti e microrganismi utili, ovvero un modo di concepire l’agricoltura che rispetti la Madre Terra e sviluppi nuova consapevolezza e attenzione all’ambiente, alle persone e alle loro relazioni come ben evidenziato nei documenti “ From farm to Fork ” elaborati dalla Commissione europea e sostenuti da diverse organizzazioni e coalizioni della società civile.

Chiede con forza a Regione Lombardia di adottare misure di prevenzione dell’inquinamento dei suoli e riscriva le regole affinché le strutture di vigilanza possano esercitare una più puntuale azione di controllo sulle attività di lavorazione dei fanghi e che i conduttori di terreni agricoli siano assoggettati a piani agronomici di concimazione basati sulle effettive necessità di integrazione della fertilità dei suoli per qualsiasi operazione di concimazione.

Chiede infine anche alle Amministrazioni comunali di adottare regolamenti che disciplinino lo spargimento di ammendanti derivanti da lavorazioni industriali.

Il Consiglio Direttivo di Slow Food Lombardia

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