Femminicidi, Gelmini a Busto: «Per le donne che rischiano la vita ci vorrebbe la scorta»

BUSTO ARSIZIO – «Diamo la scorta a tanti politici che ricevono minacce, ci vorrebbe anche per quelle donne che rischiano di morire per gli atteggiamenti particolarmente violenti di chi le perseguita». Sul tema dei femminicidi usa parole forti l’ex ministro Mariastella Gelmini, vicepresidente di Azione, intervenuta a Busto Arsizio ad un convegno organizzato dalle donne del suo partito alla vigilia del 25 settembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. «Il DDL Roccella? Ci fa fare un pezzo di strada ma non è la panacea. Dev’essere un punto di partenza».

Un senso al «sacrificio» di Giulia

La tragedia di Giulia Cecchettin segna il dibattito sul tema. «La spettacolarizzazione di questa vicenda era inevitabile, poteva essere la figlia di ciascuno di noi – sottolinea Gelmini – ma nel dolore e nel senso di impotenza, questa settimana ha risvegliato le coscienze. Ma non può essere un fuoco di paglia. Dobbiamo renderci conto che è più importante salvare vite dell’empowerment femminile. Troppe donne subiscono violenza, non solo fisica ma anche psicologica». Considerazioni che l’ex ministro del governo Draghi fa anche alla luce dell’approvazione in Parlamento delle modifiche alla legge sul “Codice Rosso” presentatate dal ministro Eugenia Roccella: «Copia al 90% un provvedimento approvato in CdM dal precedente governo, lo si poteva fare prima. Ma nelle nuove norme c’è del buonsenso».

Tutto quello che c’è da fare

Però non basta, per Gelmini: «C’è ancora molto da mettere a fuoco, se pensiamo al caso di Erba». La ragazza sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato nonostante il divieto di avvicinamento. «Serve la vigilanza dinamica». Fino ad arrivare alla scorta, nei casi più estremi. E poi il sostegno ai centri antiviolenza: «Dobbiamo trovare altri soldi per finanziarli ma anche per le donne, che non sono libere e indipendenti. Con il microcredito di libertà, le case rifugio per reinventarsi una vita». Il dramma è che «il 70% delle donne non denunciano» gli abusi, rimarca l’ex ministro. «E non possiamo illuderci che bastino le sanzioni penali, perché bisogna prevenire».

La tavola rotonda

Di fronte al neo-segretario provinciale di Azione Franco Binaghi e alla senatrice eletta in provincia di Varese Giusy Versace, è l’assessore di Galliate Lombardo Anna Agosti, già candidata con Azione alle regionali, a condurre la serata a villa Calcaterra. Partendo dai numeri: nel 2023 sono stati «5 gli uomini contro le 55 donne uccise dal proprio partner, 11 volte tanto. E i femminicidi sono solo la punta dell’iceberg». Dal convegno sale l’appello di Enrica Branchi, della Fondazione Felicita Morandi di Varese: «Le risorse non bastano e i tempi della giustizia non collimano con quelli della vita delle donne e dei bambini. Vivono nascoste e rinchiuse mentre i partner che le perseguitano girano liberamente in attesa di giudizio».

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