Personale in calo all’asilo. Anche a Ferno spunta l’ipotesi esternalizzazione

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FERNO – Una classe sarà esternalizzata, almeno fino a giugno. Ora c’è la possibilità che questo provvedimento coinvolga tutto l’asilo nido di Ferno. È un’ipotesi per ora, che dovrà però arriverà sul tavolo di lavoro della giunta del sindaco Sarah Foti. Ma intanto la questione è emersa ieri, 7 settembre, in consiglio comunale. Il motivo alla base, come è già successo nella vicina Samarate per il Nidondolo (dove si discute ancora sui futuri sviluppi della gestione della struttura), riguarda il personale. Tra educatrici verso la pensione e imprevisti che riducono il numero di dipendenti.

I motivi

Il tema è stato toccati durante l’illustrazione delle variazioni di bilancio, da parte dell’assessore alla partita Giorgio Bertoni: 20mila euro, infatti, sono destinati all’assegnazione dell’incarico all’asilo, in favore di un’educatrice dell’associazione Unison. Fino a giugno. Ora però il primo cittadino – che ha la delega all’Istruzione – prova a gettare acqua sul fuoco e dare un quadro dello stato attuale. Cioè: «Non ci sono ancora valutazioni definitive». E aggiunge: «Probabilmente, per il nido ci sarà la necessità di lavorare sull’esternalizzazione, perché tra il 2023 e il 2024 andranno in pensione tre delle educatrici che sono dipendenti comunali». Inoltre, «c’è una quarta educatrice che per questioni di salute, non potrà lavorare all’asilo (ma è stata reintegrata in Comune, quindi la risorsa resta)». A conti fatti, vuol dire che delle cinque figure professionali di cui dispone il Comune, quattro non ci saranno.

I prossimi passi

La questione riguarda il 2023-24, «quindi siamo tranquilli per ora», sottolinea Foti. Il problema, di fatto, è economico, oltre che legato alle opportunità. Nel senso che «assumere quattro dipendenti in una volta sola è complesso». Soprattutto ora che «stiamo già lavorando sull’incremento del numero di agenti della polizia locale». In attesa, magari, «che nel corso dell’anno si presentino nuove entrate da investire in personale». In sintesi, «sono ancora riflessioni da fare in futuro, intanto ne parliamo perché un’educatrice andrà in pensione fra aprile e maggio del 2023, quindi la variazione di bilancio è per esternalizzare quella classe».

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