Figli di coppie arcobaleno, +Gallarate: «Il Pd diviso ci ha voluto imbavagliare» 

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GALLARATE – Una questione pregiudiziale, presentata dal capogruppo del Partito democratico Giovanni Pignataro e immediatamente votata dall’intero centrodestra in maggioranza a Gallarate (Lega, FdI, Lista Cassani, Forza Italia, Centro popolare), ha bloccato ieri sera 23 maggio sul nascere la discussione della mozione di +Gallarate che chiedeva ufficialmente al sindaco Andrea Cassani di riconoscere i figli delle famiglie arcobaleno.

Serati all’attacco

Un fuoco trasversale che il consigliere comunale Sonia Serati e il gruppo di lavoro che la supporta non hanno affatto gradito. «Ieri avremmo voluto dare il nostro contributo aprendo un dibattito libero e franco davanti ai nostri concittadini», spiegano in una nota diffusa a margine della seduta. «Questa azione ci è stata negata da una forza politica di opposizione che ha l’ambizione di essere la forza con la più alta vocazione democratica nel nostro Paese. Pignataro ha sollevato una questione pregiudiziale votata da tutto il consiglio affossando in questo modo la possibilità da parte nostra di esporre il contenuto della mozione. Ci domandiamo per quale motivo tale pregiudiziale si è palesata e noi un’idea ce la siamo fatta: il Partito democratico cittadino sul tema risulta completamente spaccato e per evitare di arrivare al voto ha preferito metterci il bavaglio. Atteggiamento gravissimo e antidemocratico che cercheremo di portare all’attenzione della nuova segreteria nazionale democratica», guidata da Elly Schlein che invece partendo dal caso milanese si era espressa a favore del riconoscimento per legge del diritto delle coppie omogenitoriali. 

Le leggi razziali 

Serati ieri in aula ci era andato giù ancora più pesante, tanto che il presidente del consiglio comunale Marco Colombo l’ha invitata «coi paragoni ad andarci un filo più leggero». La capogruppo di +Gallarate ha infatti detto: «Ce lo aspettavamo che ci fosse una volontà di non aprire questo dibattito. Vi è una mancata volontà di prendersi la responsabilità davanti ai nostri cittadini di trattare un tema etico che riguarda bambini che sono nati e che non hanno alcuna colpa del modo in cui sono venuti al mondo ma che hanno tutti i diritti di avere dei genitori che giuridicamente nello stesso identico modo possono prendersi cura di loro. Due uomini e due donne hanno il diritto di essere considerati genitori a tutti gli effetti. La scelta di non discutere di questo tema mi fa ricordare le leggi razziali quando gli uomini di colore sugli autobus dovevano sedersi in fondo e non nelle file dei banchi perché “è vero siete considerati come noi, ma state al vostro posto”. Questa è la linea che stiamo mantenendo oggi».

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