Fipe: “No green pass in bar e ristoranti sino al 30 aprile. Intervenga Regione Lombardia”

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VARESE – «Nessuna proroga dell’obbligo di green pass dopo la fine dello stato di emergenza. Bar e ristoranti devono potere riprendere a lavorare senza limitazioni». Giordano Ferrarese, presidente provinciale e consigliere nazionale di Fipe Confcommercio, alza la voce a nome dei colleghi del Varesotto che rappresenta e si rivolge al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana.

«Continuare a vincolare la possibilità di servire i clienti al tavolo al possesso della carta verde, non ha nessun fondamento scientifico. Lo dicono gli stessi virologi». Ferrarese, a maggior ragione, si domanda il perché di «questa ulteriore punizione nei confronti di un settore che per primo è stato costretto a sospendere l’attività, che è stato additato come fonte di contagi e penalizzato in tutti i modi possibili».

Ancora una volta presi in giro

Il presidente provinciale di Fipe non nasconde il proprio rammarico: «Il senso civico da noi dimostrato, il rispetto di regole che ci danneggiavano e il buon esempio sempre dimostrato, non sono evidentemente bastati. Ci sentiamo ancora una volta presi in giro, ma ora basta».

Il momento della luce in fondo al tunnel, anche per bar e ristoranti deve essere il 31 marzo: «In quella data termina lo stato di emergenza, viene sciolto il comitato tecnico scientifico, eliminati i colori alle regioni, tolte le restrizioni a stadi e hotel. A pagare per tutti resterebbero solo i pubblici esercizi che per la terza Pasqua avrebbero ancora una volta le mani legate».  

Regioni, intervenite voi

Ferrarese non si appella al Governo, ma «al nostro governatore» Attilio Fontana. «Sì e sempre dimostrato sensibile e attento alle attività produttive del nostro territorio, dal 31 marzo finendo lo stato di emergenza le regioni possono in qualche modo intervenire sbloccando quest’assurda regola di prolungare per altri trenta giorni gli obblighi di green pass nei locali di somministrazione al chiuso».

Il presidente Fipe ricorda a Fontana il drammatico momento che sta investendo l’economia: «La guerra in Ucraina, l’impennata dei prezzi di energia e materie prime, la totale assenza di turismo estero.  Possiamo solo contare sulle nostre forze e sui clienti di “prossimità”. Il nostro settore va sostenuto più di altri e non ancora una volta bastonato. Auspichiamo che siano tutti i governatori regionali a prendere in mano la situazione e salvare il salvabile».  

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