Franz Kafka, Farioli, Ferrario e la politica di Busto

busto kafka farioli ferrario
Franz Kafka, scrittore boemo: quando l'assurdo diventa quotidiano. Come a Busto?

Lo scenario pre elettorale di Busto Arsizio è surreale, kafkiano e distopico. Lo dice Gigi Farioli, con una delle sue iperboli lessicali a commento di situazioni e episodi che, come in questo caso, lo coinvolgono anche in prima persona. Il candidato sindaco di liste composte (per ora sulla carta) da riformisti e componenti moderate è suo malgrado, o a sua insaputa, tra gli autori di questo stesso scenario. Ha “strappato” dal centrodestra, mettendosi alla testa di un gruppo eterogeneo di formazioni che dovrebbero schierarsi alle urne in antagonismo soprattutto a Emanuele Antonelli e ai sovranisti di Fratelli d’Italia e della Lega. Con Forza Italia dalla parte di Farioli, asserisce il diretto interessato, forse nel tentativo di forzare la mano ai berlusconiani che, a quanto si vede, tentennano, cioè non sanno ancora se sostenere il loro commissario cittadino, lo stesso Farioli, o se abbandonarlo al proprio destino, ritornando nel centrodestra. Ma dopo aver più volte ribadito che il tentativo di lasciare la casa madre rappresenterebbe una sorta di laboratorio politico addirittura a livello nazionale.

Invece è soltanto una questione locale, dettata più che altro da dissapori personali in scia al credo di Antonelli del “qui comando io”. Tutto quel che si sente dire di diverso è vero in parte, la scintilla scatenante è da ricercare proprio nella difficoltà di dialogo all’interno della coalizione: la Lega si è messa buonina buonina al servizio del sindaco uscente; Forza Italia, sponda fariolesca, ha tentato, sta tentando, forse tenterà di fargli il controcanto. Come finirà? Chiedere al senatore Giacomo Caliendo, commissario provinciale berlusconiano che gestisce la patata bollente.

Di surreale, kafkiano e distopico a Busto troviamo ampie tracce anche a centrosinistra. In sonno profondo il Partito democratico, tanto da domandare se si presenterà o no alle elezioni, c’è da capire che cosa passi dalle parti di Cinque Stelle e Verdi. La loro candidata, la preside Amanda Ferrario, pubblica su Facebook post dai quali traspare una sua crisi personale. Da rispettare, ci mancherebbe. Ma con un enorme punto interrogativo sulla sua partecipazione alla gara elettorale. Scomparsa dalla scena pubblica oramai da alcune settimane, Amanda Ferrario è il nome forte attorno al quale si è consumata la rottura tra pentastellati e piddini bustocchi. Nome forte ma, a questo punto, carico di inaspettate debolezze: le questioni personali non si discutono, attengono alla sfera privata; salvo le responsabilità pubbliche che un candidato sindaco si assume quando decide di scendere in campo.

Questo il quadro di riferimento, surreale, kafkiano, distopico. Più semplicemente, confuso. Di una confusione che non fa bene alla politica e, con l’approssimarsi della data delle elezioni, tipica dei racconti del grande Franz Kafka, i cui personaggi si muovono appunto nell’area dell’assurdo, al limite dell’incomprensibile. E chi vuol capire, capisca.

busto kafka farioli ferrario – MALPENSA24