Il gruppo di FdI in Regione Lombardia scopre gli amaretti di Gallarate. Verso l’Igp 

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GALLARATE – Riunione di Fratelli d’Italia in Regione Lombardia con gli amaretti di Gallarate. Un omaggio di Giuseppe De Bernardi Martignoni e Francesco Caruso ai nuovi eletti a Palazzo Pirelli proprio nel giorno in cui l’assessore cittadino alla Sicurezza e al Marketing territoriale ha riunito i nove produttori per compiere insieme il primo passo verso il riconoscimento del marchio Igp. 

Gli amaretti in Regione 

Caruso e Martignoni, eletti consiglieri regionali con le elezioni dello scorso 12 e 13 febbraio, sono pronti a fare il loro debutto nella prima seduta prevista tra il 6 e il 16 marzo. Nell’attesa stanno partecipando a una serie di incontri preparatori di colazione e di partito. Come quello di oggi, “addolcito” dagli amaretti di Gallarate, a cui ha preso parte il nuovo gruppo consigliare di Fratelli d’Italia (nella foto in basso), a partire da Romano La Russa che potrebbe diventare il nuovo vicepresidente. 
La promozione di Caruso da assessore a Gallarate a consigliere al Pirellone è tempestiva anche per quanto riguarda gli amaretti. Il riconoscimento del marchio Igp, vale a dire con il marchio europeo di Indicazione geografica protetta, avviene prima su base regionale e poi ministeriale. E’ una partita politica dunque che – assicura – non abbandonerà con il nuovo ruolo, ma anzi si farà promotrice per far sì che l’iter possa arrivare a compimento il prima possibile. 

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I  nove produttori al tavolo

Così come aveva annunciato lo scorso 27 gennaio, Caruso in mattinata aveva convocato i nove produttori di amaretti (i tre Bianchi, Pagani, Gnocchi, Gatto, Aurora, Salmini, Marinello) per spiegare l’iter procedurale per passare dalla Deco al marchio Igp. Si dovranno riunire in un comitato e stendere il disciplinare. L’assessore ha garantito il proprio sostegno: «E’una opportunità non soltanto perché consente di accedere ai bandi europei, ma perché porta prestigio, valore aggiunta e un incremento del fatturato che le stime indicano in oltre il 10%». Il prodotto enogastronomico italiano marchiato, infatti, piace anche – e forse ancora di più – fuori dai confini nazionali

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