Gallarate, l’avvocato di Caianiello: «Non ha mai chiesto voti alla ‘ndrangheta»

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GALLARATE – «Quelle espresse da Nino Caianiello a Report sono opinioni. Poi ciascuno ne potrà trarre le proprie conclusioni ma sono mere opinioni che nulla hanno a che fare con l’inchiesta giudiziaria che ha coinvolto il mio assistito. Su quel fronte la posizione di Caianiello è stata e sempre sarà di collaborazione con l’autorità giudiziaria». Report prima e Crozza poi (il comico genovese ha strioncato ieri su la La Nove il Mullah)  portano l’avvocato Tiberio Massironi, che di Caianiello è il difensore, a fare delle puntualizzazioni.

Solo opinioni personali

Al di là dell’opportunità o meno di considerare l’ex plenipotenziario di Forza Italia in provincia di Varese, arrestato il 16 maggio 2019 nell’ambito della maxi inchiesta Mensa dei poveri, un possibile opinionista Massironi sottolinea che su due punti specifici il Mullah ha tenuto la barra drittissima con fermezza durante le 70, 80 ore di interrogatorio (di collaborazione, appunto) davanti ai magistrati milanesi: «Primo: non è mai esistito un tesoretto nascosto derivante da tangenti a disposizione del mio assistito – dice il legale – Secondo: Caianiello non ha mai chiesto i voti della ‘ndrangheta o della criminalità organizzata di qualsivoglia livello».

Nessun tesoretto nascosto

Sul fronte “tesoretto” Massironi sottolinea come è dal 2008, da quando la procura di Busto Arsizio mise in campo l’inchiesta Lolita (dove Caianiello era di fatto imputato occulto) «I conti del mio assistito e dei suoi famigliari vengono passati al setaccio. Sono state eseguite anche indagini all’estero ma nulla è mai stato trovato. Perché il tesoretto non esiste. Caianiello ha ammesso di aver preso delle tangenti e di aver così commesso degli illeciti (davanti ai pm ma anche davanti alle telecamere di Report) ma non ha milioni di euro nascosti da qualche parte. La prova? Il tanto cercato tesoretto non è mai stato trovato perché non esiste. E dunque, su questo punto, le indagini giudiziarie gli hanno dato ragione». Lo stesso Maurizio Crozza, riprendendo le dichiarazioni del Mullah a Report dove afferma che oggi le cifre di Tangentopoli sono impensabili «Oggi chiedi il 7 e ti danni il 4», ha detto Caianiello, ha sottolineato come quest’esempio potrebbe essere perfetto per spiegare agli svedesi la crisi economica in Italia.

Mai chiesti voti alla ‘ndrangheta

Sul fronte ‘ndrangheta Massironi spiega come «Caianiello abbia ammesso di aver avuto un solo incontro con i De Novara (lo ha fatto anche davanti alle telecamere di Report) soltanto perché glielo ha chiesto Peppino Falvo (re dei Caf nel gallaratese e coordinatore regionale dei Cristiano Democratici, lui sì indagato per voto di scambio). Il mio assistito non ha chiesto i voti della criminalità organizzata e non ci sono mai stati altri incontri in questo senso». La prova? «Il fatto che non sia mai stato indagato in quest’ambito. E su questo punto – continua Massironi – C’è stato da parte del mio assistito un certo calore oltre alla fermezza. E’ stato sentito dal sostituto procuratore di Milano Luigi Furno affiancato praticamente da tutti i sostituti della Dda di Milano che si sono alternati a seconda del tema trattato. Non è emerso alcun suo coinvolgimento. Quindi, come sul fronte tesoretto, anche in questo caso le indagini hanno dato ragione al mio assistito». Sulla forte esposizione mediatica degli ultimi giorni, Massironi aggiunge soltanto «Che non c’è alcun divieto a carico di Caianiello di rilasciare interviste. E di esprimere quelle che sono soltanto delle opinioni: le indagini giudiziarie sono altra cosa. Sono cose serie».

Sputtanamento generale

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