Gallarate, terzo polo naufragato. Silvestrini (Pd) chiama gli ex di Borgo

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GALLARATE – Il sempre più probabile passaggio di Rocco Longobardi (Gallarate 9.9) nel centrodestra rischia di infrangere per sempre i sogni di chi sperava in un’alleanza delle forze civiche presenti in città con l’obiettivo di creare un Terzo polo alternativo ai classici schieramenti da presentare alle Amministrative 2021 del prossimo ottobre. Tra loro non c’è soltanto +Gallarate, che ha già deciso di non allearsi né con il sindaco uscente Andrea Cassani né con la sua sfidante Margherita Silvestrini, ma anche i componenti della ex lista “Borgo sindaco”, oggi “Obiettivo Comune”. Ed è proprio a loro che si rivolge la candidata del centrosinistra. Per Margherita Silvestrini esempi come le dichiarazioni di Celeste Parachini e Oreste Gnocchi esprimono «un sincero interesse per la città e un reale desiderio di cambiamento che non mi lasciano indifferente: la mia candidatura è e deve necessariamente essere inclusiva ed espressione anche di un sentire civico sin dal primo momento. Sono certa che ci possano essere spazi per promuovere azioni comuni e auspico che, anche da parte loro, ci sia la medesima volontà e forza per collaborare».

So guardare avanti

Silvestrini, attuale consigliere comunale del Pd, non ha timore ad allargare la coalizione che attorno al suo partito riunisce al momento Città è Vita, Partito socialista, Azione ed Europa Verde.  «Un proverbio dice “quando soffia il vento del cambiamento c’è chi alza muri e chi, guardando avanti, costruisce mulini a vento. Io sono costruttiva e so guardare avanti, la mia storia personale e politica è essa stessa testimonianza dello spirito civico che contraddistingue la mia candidatura che, ricordo, è nata nel segno dell’inclusività ed è aperta al dialogo con tutte le forze propositive che emergeranno e che troveranno il consenso dei cittadini».

La scelta di Longobardi

In merito alla scelta di Gallarate 9.9 di schierarsi con il centrodestra, Silvestirni appare molto critica. «Gallarate non può riconoscere la propria storia e tradizione in questo centrodestra, fino a oggi assorbito dal tatticismo e privo di credibili proposte per la città. Una condizione confermata anche dalle ultime inspiegabili convergenze che ci inducono  a ipotizzare: da una parte, la necessità di utilizzare tutte le stampelle possibili, dall’altra, il mero bisogno di visibilità. A farne le spese, però, non è tanto la credibilità personale, quanto il significato profondo del fare politica, dell’ agire in pubblico con coerenza e trasparenza,  in uno  spazio dove il politico rivela la sua spontaneità o il suo opportunismo».
In altre parole, l’esponente dem riconosce lo sforzo sincero di forze politiche e civiche che cercano di definire un’idea comune importante e credibile per la città. «Ma vedo anche, e credo lo vedano tutti, quanti si concentrano solo sulle geometrie delle alleanze e sul proprio apparire e volere a tutti i costi essere protagonista».

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