A Gallarate riapre il Maga, omaggio a Missoni in attesa degli Impressionisti

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GALLARATE – Da martedì 2 febbraio, in ottemperanza al Dpcm del 16 gennaio, il Maga di Gallarate riapre le porte al pubblico in piena sicurezza, nel rispetto delle norme antiCovid, con le mostre “Marzia Migliora – Lo spettro di Malthus”, a cura di Matteo Lucchetti e “La fantasia è un posto dove ci piove dentro – Dalle Lezioni Americane di Calvino alla collezione del Maga”, a cura di Alessandro Castiglioni. Dall’11 febbraio, inoltre, in occasione del centesimo anniversario dalla nascita di Ottavio Missoni (11 febbraio 1921 – 9 maggio 2013) verrà inaugurato il nuovo allestimento della Sala Arazzi Missoni voluto dalla Fondazione a lui intitolata.

«Una risposta coraggiosa alla crisi attuale»

«Con la riapertura – afferma Emma Zanella, direttore del Maga – desideriamo fornire una risposta coraggiosa in termini culturali e sociali, alla crisi attuale, che vede il territorio lombardo drammaticamente colpito dalla pandemia. Diamo così il nostro contributo alla rinascita, nella certezza che le arti e la cultura sappiamo guardare al futuro con immaginazione, energia e forza creativa». Il museo sarà visitabile dal martedì al venerdì dalle 11 alle 16; l’ingresso gratuito alle mostre è offerto da Ricola, partner istituzionale del Maga. Per accedere, è preferibile prenotare al numero 0331/706011 (attivo durante gli orari di apertura). A causa delle persistenti limitazioni delle modalità di apertura dei musei, l’inaugurazione della mostra “Impressionisti – Alle origini della modernità”, inizialmente prevista per il 12 marzo, subirà uno slittamento. Le sale studio apriranno in tarda primavera con il Polo Culturale.

La produzione del modello capitalista e lo sfruttamento delle risorse

La mostra “Marzia Migliora – Lo spettro di Malthus” ruota attorno al progetto, realizzato grazie al sostegno di Italian Council, ambientato in gran parte nelle miniere di salgemma siciliane di Petralia e Racalmuto, che si sono formate circa sei milioni di anni fa. “Lo Spettro di Malthus” è l’ideale conclusione del ciclo di ricerca degli ultimi anni, che Marzia Migliora ha dedicato all’analisi sul rapporto tra produzione di cibo, merce e plusvalore del modello capitalista e allo sfruttamento delle risorse umane, animali e minerarie. Temi evocati fin dal titolo del progetto proposto in cui l’artista richiama la teoria enunciata da Thomas Malthus, economista e demografo inglese (1766-1834), che teorizzava, già a fine diciottesimo secolo, il problema dell’insostenibilità tra crescita demografica e produzione alimentare, indicando come conseguenze di monoculture e allevamenti industriali, possibili carestie e pandemie a livello globale. Il percorso espositivo prevede la visione di un’opera video tramite visore VR. Per ragioni organizzative, tale visione viene assicurata solo su prenotazione al numero 0331/706011.

Le lezioni che Calvino avrebbe dovuto tenere a Harvard

“La fantasia è un posto dove ci piove dentro – Dalle Lezioni Americane di Calvino alla collezione del Maga”, a cura di Alessandro Castiglioni, prosegue il percorso di relazione tra letteratura e arti visive che ha caratterizzato e continua a contraddistinguere la ricerca storica e critica del Maga. La rassegna, fino al 12 marzo, utilizza come punto di partenza le celebri lezioni che Calvino avrebbe dovuto tenere all’Università di Harvard nel 1985 con il titolo “Six Memos for the Next Millenium”. Le idee di Leggerezza, Rapidità, Esattezza, Visibilità, Molteplicità permetteranno di rileggere in modo inedito alcune tra le opere più significative della collezione del museo, sia storiche che contemporanee da Fausto Melotti a Lucio Fontana, da Ugo La Pietra a Marina Ballo Charmet, da Marion Baruch a Stefano Cagol.

Da Courbet a Toulouse-Lautrec: il Maga racconta online gli Impressionisti

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