Molestie sul lavoro, Gallarate incontra gli studenti. «I giovani siano consapevoli»

GALLARATE – «Vogliamo guardare al futuro, parliamo dei giovani e del mondo visto coi loro occhi». È il mondo del lavoro. E a parlare è Cristina Riganti, presidente di Terziario Donna di Confcommercio durante l’evento che oggi – 24 novembre – ha riunito gli studenti di Gallarate al Teatro Condominio. Focus sul fenomeno delle molestie in ambiente lavorativo, sia fisiche che psicologiche. Tema così delicato da richiedere l’intervento di professionisti e operatori del diritto per offrire un’immagine di quella linea sottile che divide uno scherzo, una battuta, un gioco da una vera e propria forma di violenza.

Un tema «ostico e sommerso»

In sala erano presenti le classi quarte e quinte delle scuole gallaratesi: il Gadda Rosselli, il Falcone, il Cavallotti e i Licei di viale dei Tigli. Al Condominio la prima tappa di «una road map che proseguirà nel 2023: perché non vogliamo trattare questo argomento solo il 25 novembre, ovvero la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, ma anche tutto l’anno prossimo. E vogliamo farlo in un mondo visto con gli occhi dei ragazzi». Ecco perché la platea era composta da chi a breve entrerà nel mondo del lavoro, passando da stage formativi e progetti di alternanza scuola-lavoro. Da qui, l’idea di puntare sul «forte senso di responsabilità che suscita il tema delle molestie sui luoghi di lavoro: spesso ostico e, allo stesso tempo, sommerso».

Il punto di partenza per inquadrare il fenomeno e, quindi, prevenirlo è stato il cortometraggio “Le dita” firmato dagli studenti della scuola del cinema di Busto Arsizio (Icma), realizzato grazie alla borsa di studio finanziata dal Terziario Donna e premiato da una giuria di esperti.

Il valore dell’evento

«Come amministrazione comunale abbiamo voluto sposare il progetto di Terziario Donne», le parole dell’assessore gallaratese Claudia Mazzetti (Istruzione). «Credo sia un segnale importante da mandare ai giovani».

A moderare l’evento la scrittrice Laura Campiglio. Fra gli ospiti, l’avvocato Alessandro Munari, presidente dell’Istituto Michelangelo Antonioni: «L’obiettivo è rendere sempre più consapevoli i giovani dei canoni giuridici e comportamentali da osservare», ha detto.

Oltre al giudice Nicoletta Guerrero, che è stata gip per dieci anni. Da due anni, invece, fa parte del dipartimento che si occupa dell’area soggetti deboli e di chi arriva a processo: «A Busto Arsizio – ha sottolineato – fortunatamente non sono molti i casi di molestie sul lavoro. Altissima, invece, la statistica che riguarda i casi di stalking violenza domestica». Ha poi raccontato dei «casi di processi simulati nelle scuole, una pratica portata avanti insieme ai ragazzi che in questo modo apprendono le condizioni giuridiche. Oltre all’importanza di essere giudici e di giudicare».

Fino alla psicanalista Alessandra Gabrielli, che si occupa di adolescenza da trent’anni. «Sono tematiche estremamente importanti da far conoscere ai ragazzi, perché c’è un confine molto labile tra lecito e illecito. La vittima si trova in condizione di fragilità, si sente in soggezione e nascono dei dubbi. Ecco perché essere a conoscenza di certe dinamiche, avendone discusso in altri contesti, aiuta a riconoscere gli episodi di violenza più facilmente. È sempre difficile riconoscere il momento in cui la libertà viene violata».

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