GALLARATE – «Mi spiace se oggi deluderò le aspettative di chi, da me, si aspetta grandi risposte su questioni complesse. Più che grandi rivelazioni, io posso offrire la mia testimonianza»: l’arcivescovo di Milano Mario Delpini ha incontrato oggi 27 marzo gli studenti del liceo di via dei Tigli a Gallarate, primo dei tre incontri organizzati dall’istituto per consentire ai ragazzi di confrontarsi con varie personalità. Monsignor Delpini ha parlato, incalzato dalle domande degli studenti, di fede, felicità, ma anche di social network, Europa unita e globalizzazione. Lasciando un messaggio chiaro e forte quanto semplice: «Il futuro è nelle vostre mani. Non c’è crisi di valori o economica che tenga: siete voi a decidere come dovrà essere, però dovete rimboccarvi le maniche».
Uguaglianza e normalità
Gallaratese di nascita, amante e conoscitore della cultura classica che vorrebbe si studiasse indistintamente in tutti gli indirizzi e non solo al liceo classico, monsignor Delpini ammette a inizio incontro di conoscere già le domande dei ragazzi: «Dovevo prepararmi: mi avete fatto delle domande così impegnative da mettermi in difficoltà. Io porto solo la mia testimonianza e non delle grandi rivelazioni. Spero di non deludervi». E senza ricorrere a grandi dogmi e tecnicismi, l’arcivescovo di Milano parla così ai ragazzi di grandi temi universali, spronato da domande particolarmente dirette e attuali degli studenti. Partendo dall’uguaglianza, «Le persone non hanno un’etichetta: omosessuale, o down, sono semplicemente caratteristiche di qualcuno che è innanzitutto una persona. E quella che dovete considerare normalità è il rapporto buono con le persone», passando alla violenza sulle donne e alle differenze di genere «E’ semplice. Siamo tutti figli di Dio. Uomini, donne, hanno tutti la stessa dignità e nessuna differenza», fino ad arrivare al dolore e alla felicità: «Io penso di averla trovata: per me felicità è amare ed essere amati. Il che vuol dire non solo provare sentimenti per una persona, ma anche essere grati del dono che si è ricevuto, la vita, e intendere la vita stessa come possibilità di dono per gli altri».
Il futuro è nell’incontro tra popoli
Monsignor Delpini è diretto e attuale, e agli studenti questo piace. Ecco perché le domande diventano concrete e legate anche alla cronaca: si parla di social network, di dialogo fra popoli e religioni, di futuro, quel punto interrogativo che le generazioni di oggi hanno davanti. Perché, dicono i ragazzi, «siamo di fronte ad una crisi di valori. Come facciamo ad avere fiducia nel futuro? Da chi dobbiamo prendere esempio?». Gli adolescenti di oggi, smarriti, chiedono una strada da seguire. Ma la risposta, secondo monsignor Delpini, è più semplice di quanto si creda: «Io sono allergico a queste generalizzazioni: non sono spariti i valori. C’è chi ne segue alcuni, chi ne segue altri. E la stessa fiducia nel futuro non dipende da altri, ma da voi. Il vostro futuro dipende da come lo costruite: dovete solo rimboccarvi le maniche e fare in modo che sia come volete». E nei giovani, di crisi di valori, Delpini non ne vede. Al contrario: «Di voi ammiro questa propensione al dialogo, all’incontro, alla pace. C’è gente che si ritrova e organizza guerre, e poi ci siete voi, che vi incontrate con coetanei di altri paesi per dialogare, festeggiare qualcosa, stare insieme». I giovani di oggi come speranza di un mondo che si incontra e soprattutto di un’Europa unita: «Dopo il voto di maggio sarebbe una disgrazia l’emergere dei sovranismi: di un’Europa unita non possiamo fare a meno. Io mi sento italiano certo, ma è l’incontro fra popoli che dobbiamo sostenere. E in voi giovani vedo dominare la cultura del dialogo, la voglia di incontrare il mondo: siete i protagonisti di questa cultura, sognate questo mondo, credete nell’importanza della persona, la libertà, la democrazia, l’ambiente. Questi sono i valori che ci rendono uguali e uniti come popolo europeo».
