Gallarate, ecco la seconda pietra d’inciampo. Ma la svastica è sempre là

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GALLARATE – Una storia «tragica», una storia «dolorosa». Ma che non deve essere dimenticata. E non lo sarà: a Gallarate è stata inaugurata oggi, 28 maggio, la pietra d’inciampo in memoria di Clara Pirani Cardosi, maestra elementare, ebrea, deportata dalle autorità fasciste e uccisa dai nazisti ad Auschwitz. Posizionato di fronte alla sua ultima abitazione nota, all’angolo fra la vie Palestro e del Popolo, il piccolo manufatto è il secondo che viene posato in città. Il mese scorso, la posa della pietra in ricordo di Vittorio Arconti. Evento, purtroppo, passato alla cronaca anche per uno spiacevole episodio: nel giro di pochi giorni è stata imbrattata. E sul muro è comparsa una svastica, che è ancora là.

Ricordare

La posa di una pietra d’inciampo è un evento che non lascia indifferenti. Lo testimonia il numero di presenti oggi. Ma anche l’emozione di chi ha ripercorso la tragica storia di Clara Pirani Cardosi, nella voce spezzata di Michele Rusca, presidente dell’associazione Mazziniana. Al presidente della sezione locale dell’Anpi, Michele Mascella, il compito dei ringraziamenti, «perché questa cerimonia ha lo scopo di ricordare ciò che è stato e il suo drammatico epilogo». A rappresentare le istituzioni, l’assessore Claudia Mazzetti (Cultura): «Portate avanti un messaggio importante, così come è importante la presenza delle scuole», ha detto. Sul posto, infatti, alcuni studenti con il gonfalone dei licei. «Dobbiamo lavorare coi ragazzi – ha aggiunto Mazzetti – e partire da loro in modo che il passato più tragico non si ripresenti più». Presente anche l’assessore Corrado Canziani (Bilancio).

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Clara è stata vittima

Dettagli storici, aneddoti e racconti sulle brutali circostanze di quegli anni bui, sono stati condivisi da Leonardo Visco Gilardi, presidente di Aned Milano (Associazione nazionale ex deportati): «Questa è una storia tragica e dolorosa, ma ha connotazioni e caratteristiche che vanno ricordate». Clara è stata vittima. «Vittima della persecuzione feroce, prima di tutto, da parte dei fascisti repubblichini. Bisogna leggere, vedere e sapere cosa è stata la discriminazione nei confronti degli ebrei condotta dai fascisti e dai nazisti». Clara è stata vittima. «Vittima dello zelo servile dei funzionari della Rsi. Che si sono distinti per la particolare ferocia con cui hanno perseguitato ebrei, operai, partigiani, resistenti». Clara è stata vittima. «Vittima di questo servilismo». E le pietre d’inciampo hanno una missione precisa: «Restituire il nome ha chi è stato privato della sua identità in campo di concentramento».

La svastica da Vittorio Arconti

Un mese fa, in occasione del 25 Aprile, una svastica è comparsa sul muro dove è stata posata la pietra in memora di Arconti. Inoltre, il manufatto era stato imbrattato con della vernice. Un gesto ampiamento denunciato, che ha causato lo sdegno della comunità. La svastica, oggi, è ancora presente sul muro a deturpare un simbolo che ricorda e celebra le vittime nazi-fasciste. Ma nel frattempo, si prova a superare quell’episodio, rendendo omaggio a un’altra gallaratese. Che non verrà dimenticata.

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