Gallarate, la sentenza del Tar: «Il palazzo di via Torino va sgomberato» 

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GALLARATE – Il Tar della Lombardia ha rigettato il ricorso dal Gruppo Far e dalla società Adg per il condominio di via Torino 8. Ciò significa che resta ancora valida l’ordinanza di sgombero emessa lo scorso 29 novembre dal Comune di Gallarate «per inagibilità». Si tratta di un intero palazzo, 62 appartamenti e alcuni negozi, degenerato a causa della mancata manutenzione a tal punto da dichiarare una «emergenza sanitaria». 

La decisione del Tar

Con l’ordinanza dirigenziale dello scorso novembre il Comune di Gallarate aveva dichiarato «l’inagibilità dell’intero complesso» con contestuale ordine di «sgombero ex art. 3.1.13 del Regolamento Comunale di Igiene dell’intero complesso condominiale» nonché «la sollecita messa in sicurezza dell’intero complesso condominiale e delle aree interne ed esterne interessate, per la tutela e la salvaguardia della pubblica e privata incolumità». 
Secondo il tribunale amministrativo di Milano, intervenuto a seguito della domanda di sospensione dell’esecuzione del provvedimento impugnato dalla parte ricorrente, l’amministrazione comunale ha esercitato il proprio potere dirigenziale previsto «ricorrendone i presupposti di legge e disponendone, per l’effetto, lo sgombero e la messa in sicurezza, atteso il complessivo stato di criticità delle parti comuni e degli impianti dell’immobile». I giudici nella sentenza sottolineano inoltre che «il pregiudizio derivante dall’esecuzione del provvedimento gravato è comunque recessivo rispetto ai pregiudizi che, in mancanza di sgombero e di messa in sicurezza, potrebbero derivare agli occupanti e ai terzi che occupano lo stabile nelle attuali condizioni di criticità». 

Degrado e insicurezza 

Ma cosa succede nel condominio di via Torino? Semplicemente da anni non vengono effettuati lavori di ammodernamento, manca la luce, non funzionano gli impianti fognari e, spiegava il Comune nell’ordinanza, «complessive condizioni igienico sanitarie, di sicurezza impiantistica delle parti comuni dell’immobile che peggiorano nel tempo senza che i proprietari provvedano ad attuare e programmare alcun tipo di intervento». Una situazione intollerabile e  – spiegavano i residenti – resa ancora più critica sotto il profilo della sicurezza per la presenza di spacciatori nell’area e di abusivi che alloggiano negli appartamenti sfitti. Degrado porta degrado, fino ad arrivare a questo punto. 

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