Sgombero Sinti, Romano: “Rispetto la sentenza ma Gallarate ha perso”

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GALLARATE – “Le sentenze si rispettano e ci mancherebbe. Il sindaco sbandiera una vittoria giudiziaria, ma chi ha perso in tutta questa vicenda sono i cittadini di Gallarate”. A parlare è Pietro Romano, avvocato dei Sinti quando a dicembre 2018 denunciarono il primo cittadino Andrea Cassani a seguito dello sgombero del campo di via Lazzaretto e del successivo trasferimento temporaneo in un hotel di Somma Lombardo. Ora, a distanza di due anni e mezzo, il giudice per le indagini preliminari Tiziana Landoni ha disposto l’archiviazione del procedimento “per la palese inidoneità degli elementi raccolti a sostenere l’accusa in un eventuale futuro giudizio e non vedendo in rilievo, peraltro, piste investigative utilmente esplorabili”.

Tripla sconfitta

Romano – che nel frattempo sarà candidato sindaco alle Amministrative del prossimo autunno con la lista “Gallarate al centro” sostenuta da Italexit di Gianluigi Paragone – non entra nel merito dell’ordinanza di archiviazione, ma parla di “una sconfitta per i gallaratesi” sotto tre aspetti. “Tante famiglie Sinti oggi vivono in case popolari che non avrebbero voluto e che di fatto sono state sottratte ad altre famiglie in difficoltà”, dice l’avvocato. “Vogliamo poi parlare dei soldi che l’amministrazione ha speso per uno sgombero che è stato soltanto un’operazione mediatica?” . Romano infine invita i cittadini ad andare a vedere con i propri occhi le condizioni attuali dell’ex campo Sinti, il terreno di via Lazzaretto che ospitava le loro roulotte e case mobili. “Dicevano che sarebbe diventato un orto botanico. E’ una discarica a cielo aperto”.

Sgombero Sinti a Gallarate, arriva l’archiviazione per il sindaco Cassani

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