Filosofarti agli Studi Patri, a Gallarate l’architettura di Carlo Moretti

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GALLARATE – Nel 2016 Park Books pubblicava il secondo, raffinatissimo volume della serie Italo Modern, “Architecture in Northern Italy 1946-1976”. Tra i tanti nomi dell’architettura italiana del Dopoguerra e del boom che erano qui riscoperti, elegantemente fotografati, e spesso tradotti per la prima volta in inglese e in tedesco, spiccava anche quello, allora decisamente poco conosciuto, di Carlo Moretti (1931). Eppure Domus nel 1966 non aveva dubbi: alla sua prima comparsa sulla rivista (Domus 436, marzo 1966) era descritto senza esitazioni come “una giovane promessa italiana nell’architettura”.

Focus sul tema ricorrente del teatro

Le bellissime immagini a tutta pagina della sua scuola elementare a Gallarate e di una casa per abitazione, nei pressi della stessa città, avvaloravano le tesi del redattore. A Moretti, architetto gallaratese che ne ha cambiato il volto con le sue creazioni, è dedicata la serata di lunedì 4 agli Studi Patri di via Borgo Antico, società diretta da Massimo Palazzi e che per l’occasione ha concesso la sua sede nell’ambito di Filosofarti.
Se al Maga alcuni mesi fa fu presentato il suo primo volume, questa volta Moretti sarà presentato da Christian Garavello e l’incontro, dal titolo: “L’inesorabile architettura – Passione fra progetti e sogni”, verterà sulla discussione intorno ad alcune sue architetture (costruite e non), focalizzandosi sul tema del teatro, tema ricorrente nella sua impostazione progettuale in vista della pubblicazione del secondo volume del dittico a lui dedicato. Infatti l’incontro promuoverà e anticiperà l’opera che l’architetto proporrà per raccontare il suo percorso artistico e progettuale, fra disegni divenuti realtà e altri rimasti nel cassetto, dialogando con Elena Brusa Pasqué e Daniele Geltrudi.

Metodi innovativi per l’utilizzo dei patrimoni culturali

Ma non è l’unico evento che, con la collaborazione di Matteo Scaltritti, gli Studi Patri ospiteranno. Infatti venerdì 8 Vincenza Ferrara porterà alla Sapienza di Roma il suo lavoro e Vts Italia alle 21 parlando del tema: “Il nostro invisibile nel visibile dell’arte”.
L’associazione è nata nell’agosto 2017 – da un’esperienza nel campo della sperimentazione e della ricerca sul metodo Visual Thinking Strategies avviata già nel 2014 – ponendosi come obiettivo lo studio e l’applicazione di metodi innovativi per l’utilizzo dei patrimoni culturali come strumento per l’apprendimento, la promozione e l’inclusione sociale, il miglioramento delle relazioni interpersonali, la mediazione culturale e la salute.
L’associazione promuove le attività di ricerca scientifica e applicazione del metodo Vts in Italia. La mattina di sabato 9 sarà possibile dopo le 10 sperimentare dal vivo la metodologia di Ferrara e della sua associazione proprio nel perimetro del museo di via Borgo Antico, previa segnalazione e prenotazione a www.filosofarti.it/prenotazioni.

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