GALLARATE – C’è una Gallarate anche al di là della Superstrada 336. Un’ampia fetta di territorio al confine con Verghera di Samarate dove fino a pochi anni c’erano di fatto soltanto campi e capannoni industriali, mentre ora sono sorti diversi complessi residenziali, villette e persino un supermercato, l’Md, sulle ceneri dell’ex Fulgor. Un’area che di fatto si è antropizzata, ma pensare di uscire a piedi è un’azzardo perché mancano i marciapiedi in più punti e le strisce pedonali sono assenti.
La segnalazione
A segnalare la pericolosità della zona è un residente, Alessio Ambrogi, attraverso una lettera aperta. «Una problematica già sollevata» alle istituzioni preposte, dice, «ma alla quale non si dà peso, mettendo a rischio la vita delle persone». E spiega: «Sto parlando di via Checchi che si va ad unire poi con via Torino nella rotonda sopra la superstrada. Li sono nate nuove case e altre ne stanno nascendo, non vi sono assolutamente strisce pedonali che consentano l’attraversamento pedonale di via Checchi all’altezza dell’Md. Non ci sono attraversamenti pedonali per passare in sicurezza la rotatoria ed andare in via Torino, non ci sono rallentatori, nulla di nulla è stato fatto, nonostante vari solleciti».
Le soluzioni
Ambrogi chiede la possibilità di valutare la realizzazione di strisce pedonali, percorsi protetti o rallentatori. «Con mio figlio di 5 mesi già due volte ho rischiato di essere investito dalle macchine, che noncuranti passano senza fermarsi, tanto non ci sono segnali o percorsi pedonali. Se succede qualcosa chi andrebbe poi denunciato?». La domanda è opportuna perché va ricordato che la viabilità sopra la 336 (con le relative via di accesso), così come la parte di fronte al supermercato, è di competenza Anas che mai, nemmeno in fase di realizzazione dell’Md, ha pensato di creare percorsi pedonali che consentano di unire il centro città con l’ultimo lembo di territorio gallaratese, al di là della superstrada. Per oltrepassarla l’attraversamento pedonale più vicino è in via Cesare Correnti, a circa 400 metri di distanza. Nell’opposta direzione, invece, per trovare le prime zebre bisogna persino andare oltreconfine, a Samarate. Per questo motivo Ambrogi chiede al Comune di provare ad aprire un dialogo con la società pubblica che si occupa di infrastrutture. «Per la sicurezza di tutti».