«Dopo la delusione Air Italy basta volo. Ho rilevato la storica torrefazione di Gallarate»

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GALLARATE – C’era anche lui, l’11 febbraio 2020, sotto la sede di Air Italy a Malpensa, a gridare ai vertici che li avevano traditi. Quel giorno la compagnia aerea, a soli due anni di distanza degli annunci faraonici degli ultimi proprietari, gli arabi di Qatar Airways, decise di liquidare la società e di licenziare 1600 persone. Quel giorno Tiziano Bisegna, assistente di volo, decise che non avrebbe più volato per guadagnarsi da vivere. E a settembre, due anni e mezzo dopo il fallimento della seconda compagnia aerea per cui ha lavorato per tanti anni, aprirà il Gallary. «Sarà la prima spritzeria di Gallarate», dice. E sarà all’interno dei locali della storica torrefazione di via Verdi che lo scorso dicembre, dopo 57 anni di attività, si è arresa alla movida e ha chiuso per sempre.

Una spritzeria in torrefazione 

Dietro le vetrine coperte dai fogli di giornale i lavori sono in corso da mesi con l’obiettivo, spiega Bisegna, di arrivare all’inaugurazione entro la fine di settembre. I locali sono stati completamente rinnovati. In un ambiente ultramoderno l’unico tocco di passato è rappresentato dai soffitti stuccati. «Sono troppo belli, coprirli sarebbe stato un delitto». Il Gallary – nome scelto come gioco di parole per rendere omaggio alla città che ospita la scommessa imprenditoriale di un romano trapiantato a Varese – sarà aperto per le colazioni, pranzo, ma sopratutto per l’aperitivo. «Mi sono voluto mettere in gioco, mettendo a frutto l’esperienza maturata a Londra dove ho lavorato per importanti nomi del catering. Avere un’attività tutta mia, però, è sempre stato il mio sogno. Spero di essere all’altezza, so che ci sono aspettative molto alte». 

La delusione Air Italy

Far rinascere la ex torrefazione di Gallarate in una veste modaiola significa per Bisegna anche chiudere la sua lunga parentesi di vita legata al mondo del volo. «E’ una vita che ami e da cui difficilmente riesci a staccarti. Se parli con qualunque “volatile”, ti dirà che il richiamo non ti abbandona mai». Ma la delusione Air Italy è stata troppo forte. Lui ha subito due licenziamenti, «ho speso migliaia di euro in avvocati», ma soprattutto da Eurofly ad Air Italy, passando per Meridiana, ha vissuto da protagonista vent’anni di fusioni fallimentari, scelte scellerate, insuccessi scritti ancora in fase di decollo. «Mia moglie era anche una mia collega: da un giorno all’altro ci siamo trovati a casa con due figli da mantenere». E pensare di tornare a fare l’assistente di volo con un’altra compagnia è un’ipotesi che si è scontrata contro il muro della realtà. «Oggi la cultura aeronautica è completamente cambiata rispetto a vent’anni fa. E quando leggo che il personale navigante di una nota low cost che trasporta milioni di passeggeri in Italia sciopera perché non gli viene nemmeno garantita l’acqua a bordo, mi metto le mani nei capelli. Per me è inconcepibile. Soprattutto non è più il mio mondo». 

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