GALLARATE – Era l’ultima vetrina rimasta in via Verdi a opporsi alla movida. Ma ora anche la storica Torrefazione di Gallarate si arrende alla trasformazione del centro. Ancora presto per dire se diventerà un cocktail bar, una birreria, un’enoteca o un luogo di ritrovo per l’ora dell’aperitivo. Di certo il 31 dicembre sarà l’ultimo giorno di attività per un altro locale storico della città, aperto dal 1964, a lato del Palazzo del Municipio. Dopodiché le serrande si abbasseranno per sempre.
Movida e cialde
Aperta 57 anni fa da Gianni Cassani e poi rilevata 14 anni dopo dalla famiglia Frigerio, la Torrefazione di Gallarate non è sopravvissuta al cambiamento delle abitudini delle persone. Ore le capsule e le cialde hanno preso il sopravvento e chi in laboratorio tosta ancora il caffè in arrivo dal Sudamerica fa sempre più fatica. «Le torrefazioni stanno sparendo un po’ ovunque», ammette il titolare Gianmarco Frigerio. Tanto più la sua, rimasta l’ultimo segno del passato in una via diventata uno dei luoghi preferiti della vita notturna gallaratese. Uno in fila all’altro sono spariti la gastronomia Innocenti, la bigiotteria nella vetrina a fianco e infine il fiorista, che si è arreso tre anni fa.
I clienti fedeli
Presenza fissa dietro al bancone è quella di Maria Giuseppina Bettani, che dal primo gennaio potrà finalmente godersi davvero quella pensione maturata ormai 15 anni fa. Davanti a lei sono passate migliaia di persone. «Quando tostavamo il caffè direttamente qui in negozio venivano tutti qui perché si sentiva l’aroma in tutto il centro», ricorda. La vicinanza con Palazzo Borghi, sede del Palazzo Comunale, lo ha reso anche uno dei luoghi più frequentati dai politici. Gli aneddoti sarebbero tantissimi, ma per Maria Giuseppina c’è spazio soltanto per un unico ringraziamento: «Ai nostri clienti. Rimasti fedeli fino all’ultimo».
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