Università a Gallarate? Bene. Ma parliamone seriamente

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L’Amministrazione di Gallarate scopre a ridosso delle elezioni che nel suo programma era prevista la richiesta di una facoltà universitaria a Gallarate e non le par vero di avere una freccia in più all’arco della sua campagna elettorale. La proposta è piuttosto vaga, ma poco importa: per far propaganda è più che sufficiente.
+G dice subito che le sembra proprio una buona idea proporre la presenza di istituti di formazione terziaria (post diploma: Università, ma anche altro) a Gallarate. Però vorrebbe sottrarsi alla propaganda ed entrare nel merito della questione. Cominciando ad osservare, ad esempio, che sarebbe meglio partire dall’analisi di quali siano le reali esigenze formative del territorio, invece che dalla fortunata coincidenza che c’è un edificio da riempire.

In questi giorni, nel dibattito politico fra maggioranza e opposizione ci siamo trovati di fronte a una vaga proposta di università (il cui eventuale corso di Laurea “gallaratese” non pare ancora chiaro) annunciata in pompa magna dal sindaco Cassani, e dall’altra parte una ipotetica “Università del Food” annunciata su La Prealpina dalla candidata del centrosinistra, Margherita Silvestrini, in data 9 marzo. Proposte che paiono più slogan che idee concrete, e che badano tanto alla forma e poco (se non per nulla) al contenuto.

Pensiamo che la scelta della sede debba essere una conseguenza della scelta dei percorsi formativi. Quanto ai percorsi formativi – soprattutto proiettandoci nel futuro post pandemia – pensiamo che debbano essere finalizzati alla ripresa occupazionale dei giovani.
Proprio per questo invitiamo a prendere in considerazione, tanto quanto la formazione universitaria e forse più di essa, la realtà degli Its (Istituti Tecnici Superiori). Sono percorsi formativi per diplomati, che forniscono contemporaneamente ottime performance di occupabilità e grande elasticità nell’adattare l’offerta ai cambiamenti tecnologici e del mercato del lavoro. Pensiamo ad esempio a settori quali meccatronica, aerospace ma anche il tessile, su cui c’è ampio margine di innovazione tecnologica e internalizzazione. Questo grazie allo stretto contatto con enti locali e aziende, le quali forniscono una parte importante dell’attività laboratoriale. L’Isis “Ponti” di Gallarate fa già parte di una Fondazione che ha promosso un Its, non così il nostro Comune.

Nel sostenere la proposta di un Its a Gallarate, siamo anche confortati da queste parole: “È stato stimato in circa 3 milioni, nel quinquennio 2019-23, il fabbisogno di diplomati di istituti tecnici nell’area digitale e ambientale. Il Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza assegna 1,5 md agli Itis, 20 volte il finanziamento di un anno normale pre-pandemia. Senza innovare l’attuale organizzazione di queste scuole, rischiamo che quelle risorse vengano sprecate.”
Le ha pronunciate il Presidente del Consiglio Mario Draghi al Senato, illustrando le linee programmatiche sulle quali è stata poi concessa la fiducia.

Gli attivisti di +Gallarate

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