Busto, già un centinaio i profughi ucraini. Il sindaco: «Mai più un’altra via dei Mille»

BUSTO ARSIZIO – Testa e cuore per l’accoglienza dei profughi ucraini. Gli arrivi continuano in modo sostenuto e l’amministrazione punta a censirli tutti per avviare l’integrazione, anche scolastica. Sarebbero già un centinaio, tra mamme e bambini, le persone accolte in città, dopo l’arrivo del pullman di Aubam con 36 profughi. «Ne arriveranno altri – annuncia il presidente di Aubam Antonio “Pedela” Tosi – tra una decina di giorni prevediamo la prima nascita». E alla luce delle ultime indicazioni in arrivo della Prefettura sull’attivazione dei Cas, il sindaco Emanuele Antonelli ammonisce: «Non ci sarà una nuova Via dei Mille. Gestiremo direttamente noi le strutture di accoglienza. Nessuno dovrà guadagnarci». Se servirà, il Comune è pronto ad utilizzare la colonia dell’Aprica.

La “fotografia” della situazione

Ad oggi sono 18 le mamme e bambini ospitati a Casa Don Lolo, ormai esaurita, più 11 collocati nella mansarda dell’oratorio di San Giuseppe e altri 4 nella casa alloggio di via Tito Speri. Aubam da parte sua ha accolto a Busto altri 32 profughi, tra mamme e bambini, tutti ospitati nelle famiglie dove erano già stati in passato come “bambini di Chernobyl”. A questi si aggiungono gli arrivi in autonomia, come le famiglie arrivate in macchina o addirittura in aereo nei primi giorni. Flussi che, fa notare l’assessore all’inclusione sociale Paola Reguzzoni, «andranno censiti». Da un lato, perché occorre eseguire tamponi anti-Covid all’arrivo e poi si dovranno vaccinare i profughi, dall’altro per gli adempimenti richiesti dal Tribunale dei Minori, che chiede la segnalazione di tutti i minori anche se accompagnati. Nel frattempo l’amministrazione, con le associazioni, sta lavorando per l’integrazione: oltre ai momenti di “sollievo” già in corso in oratorio a San Giuseppe (attività sportive e musicali), corsi di italiano per aiutare i profughi a socializzare e in previsione attività educative se si troveranno professionisti (educatori e psicologi) che parlano italiano e russo o ucraino. E poi anche idee, già concrete e da concretizzare, dall’invito della Pro Patria allo stadio ad una cena dell’accoglienza italo-ucraina.

Il “piano B”

«Fino ad ora arriva a Busto chi ha avuto legami con la città – spiega Reguzzoni – poi la Protezione Civile distribuirà gli arrivi. E sarà una sfida accoglierli nel modo più degno». Sarà la Fase 2 dell’emergenza profughi, quella dei centri di accoglienza straordinaria con lo Stato che metterà a disposizione delle somme a titolo di risarcimento – si parla di 30 euro – come con i migranti che arrivano coi barconi. «Non vogliamo che l’accoglienza vada in mano ai “soliti noti” che riescono a guadagnarci come in passato – assicura il sindaco Antonelli – piuttosto lo faremo noi direttamente in modo che i soldi vengano spesi interamente per loro. Non ci devono essere guadagni». Nel caso, il “piano B” di palazzo Gilardoni è «la colonia di Aprica» rivelano Antonelli e Reguzzoni. Una struttura funzionante e convertibile a centro di accoglienza una volta che lo Stato ne finanzierà la gestione.

Il ruolo di Aubam

Da parte sua Aubam, oltre ad aver fatto arrivare 36 persone a Busto, ha già «raccolto più di 10mila euro di farmaci da inviare negli ospedali al confine, ha stabilito un punto di raccolta di prodotti alimentari e abiti da bambino in via Bonsignora (anche come aiuto alle famiglie italiane ospitanti) e avviato una raccolta fondi per aiutare prioritariamente gli ospedali pediatrici con conto dedicato e donazioni registrate», oltre ad aver stretto accordi con il panificio Colombo 1933 per “Una colomba per i bambini ucraini” e una raccolta di libri con Dondolibro.

Emergenza non breve

Una mail è attiva, info@aubam.org, per chi intende offrire ospitalità. «Occorre prevedere almeno sei mesi di impegno» avverte l’assessore Reguzzoni. «Aspettiamo altri arrivi di mamme con bambini – annuncia Antonio Tosi – e tra dieci giorni ci sarà la prima nascita a Busto Arsizio». L’impegno coinvolge molte associazioni del territorio. «La situazione in Ucraina è disperata, molto peggio di quello che ci descrivono, anche perché al confine il cibo inizia a scarseggiare» ricorda Fabio Prevedello dell’associazione Italia-Ucraina Maidan, che sta organizzando un maxi-convoglio di 10 pullman diretto in Polonia. «L’altruismo e il cuore di Busto io l’ho conosciuto sin da ragazzino. La città ha tutte le potenzialità per aiutare, ma seguendo le regole e senza pressapochismo».

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