Giannini, Poretti e Cristicchi i big del festival Tra Sacro e Sacro Monte

VARESE – Il Paradiso di Dante interpretato da Simone Cristicchi e uno degli spettacoli in cartello per l’edizione 2023, la XIV, del festival tra Sacro e Sacro Monte. Il calendario dell’evento, che contempla anche un lavoro di Giacomo Poretti e un Giovedì del Festival con Giancarlo Giannini, è stato presentato questa mattina – lunedì 5 giugno – a Palazzo Estense dal direttore artistico Andrea Chiodi. Presenti anche il sindaco Davide Galimberti, Sua Eccellenza monsignor Giuseppe Vegezzi (destinato a Milano come Vicario episcopale) a rappresentare la Fondazione Paolo VI e monsignor Luigi Panighetti.

Niente Terrazza del Mosé

Il Festival è cresciuto in termini di pubblico al punto che anche quest’anno dovrà abbandonare la Terrazza del Mosè, location molto suggestiva, ma che non può più accogliere il numeroso pubblico per questioni di sicurezza. Il luogo degli spettacoli sarà quindi la XIV cappella della via Sacra. Il Festival sarà dal 6 al 27 luglio e si terrà, oltre che alla XIV cappella, anche al Museo Pogliaghi, a Villa Panza e al Santuario di Santa Maria del Monte dove il 24 giugno (alle ore 18.45) l’orchestra sinfonica Amadeus terrà il concerto del Centenario, iniziativa promossa dall’Ordine degli Architetti della provincia di Varese.

«In ogni uomo abita una nostalgia dell’infinito, un senso di separazione, un desiderio di completezza che lo spinge a cercare un senso alla propria esistenza. Il compito dell’essere umano è dare alla luce se stesso, cercando dentro all’Inferno – che molto spesso è da lui edificato – barlumi di Paradiso: nel respiro leggero della poesia, nella magnificenza dell’arte, nelle scoperte della scienza». Andrea Chiodi è partito da questa sinossi, legata al primo spettacolo in cartellone, per presentare la quattordicesima edizione del Festival che vede ancora una volta grandissimi protagonisti del teatro e della cultura arrivare in cima al monte.

Dall’oscurità alla luce

Un’edizione che si prefigge il desiderio di scandagliare gli sguardi di vari autori e dei loro personaggi. A partire da Simone Cristicchi che, attraverso la musica, porterà il pubblico a osservare con gli occhi di Dante un viaggio interiore dall’oscurità alla luce.

Sarà poi Maria Paiato, una delle grandi interpreti della prosa italiana a farci vedere con gli “occhi nuovi” dell’Innominato. Nel 150° dalla morte di Alessandro Manzoni, ci mostrerà come sia bastata una notte, in quel passaggio bellissimo dei Promessi Sposi, perchè per il protagonista del capitolo lo sguardo su Lucia mutasse per sempre.

Come cambia poi lo sguardo sui più fragili, sui malati, attraverso la prospettiva della comicità lo farà scoprire Giacomo Poretti, amico del festival e notissimo comico italiano insieme ad Aldo e Giovanni, con Chiedimi se sono di turno. fortunatissimo spettacolo che, dopo aver girato l’Italia, arriva per la prima volta a Varese.

Infine, i giovedì di Tra Sacro e Sacro Monte con una conversazione-spettacolo insieme ad uno dei più importanti attori di cinema e teatro del nostro Paese, che per la prima volta approda al Sacro Monte, Giancarlo Giannini, in una serata anch’essa improntata allo sguardo che muta anche grazie alla letteratura.

Il Comune garantisca la miglior accessibilità

Gianni Bottinelli, vicepresidente dell’associazione che organizza il Festival, ha sottolineato l’importanza del festival anche per la location in cui si tiene e ha approfittato della presentazione dell’evento per chiedere un aiuto più concreto al Comune nel garantire la miglior accessibilità. Senza dimenticare i disagi che si sono registrati nel passato e auspicando un “pari trattamento” con la Festa del Rugby, «altro grande evento varesino e che crea qualche problema al quartiere in cui si svolge, rispetto al quale mi pare ci sia un occhio di riguardo».

Il sindaco Galimberti si perde per un pelo l’invito velatamente polemico di Bottinelli, ma in chiusura del suo saluto non lascia cadere la questione accessibilità durante i giorni del Festival. «Realtà straordinaria per il Scro monte, per Varese e credo anche per gli artisti che ogni anno. Il dibattito del ruolo del Sacro Monte e della città nel più ampio contesto territoriale. E non possiamo non guardare fuori dai nostri confini e cercare di capire cosa sta accadendo a Como, ad esempio, ma anche a Milano. E questo appuntamento è un perno fondamentale per la stagione culturale della nostra città. Il Comune garantirà la miglior accessibilità possibile».

La vicinanza della Fondazione Paolo VI

«La Fondazione Paolo VI per il Sacro Monte di Varese, fin dalla prima edizione ha sostenuto l’iniziativa che ripropone temi del teatro colto sulla via Sacra – ha spiegato monsignor Vegezzi – In fondo Testori, con la sua grande definizione di Varallo quale grande teatro montano, aveva ben capito che la volontà dei differenti Committenti era quella di far sì che la fede dei semplici fosse stimolata nel proprio fisico cammino umano da vedere concretamente che la Vita di Gesú, specie negli ultimi atti della Sua offerta al Padre, fosse ancora viva e a loro contemporanea proprio a partire dagli abiti e dalle fattezze delle figure a tutto tondo che potevano rendere visibile la meditazione dei Misteri del Santo Rosario. Secoli dopo la Scuola della Compagnia di Gesú recuperera il pensiero teologico della composizione di luogo per la devozione personale, sfociando fino alla promozione di quello che sarà il primo teatro a soggetto sacro per l’edificazione e l’istruzione dei cristiani che avevano perso la conoscenza della lingua liturgica e a cui non era possibile accedere ai testi della Bibbia se non per mediazioni di compendi di devozione. La Fondazione Paolo VI, è cosi contenta che questa attualizzazione del pensiero originario del frate cappuccino Aguggiari, trovi in queste serate una moderna e viva rilettura delle pur splendide cappelle con il loro gruppi statuari la cui conservazione e manutenzione, sempre più onerosa, compie a sostegno della Parrocchia di Santa Maria del Monte».