Grottesco chiedere le dimissioni di Cassani da sindaco di Gallarate

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Se le sparate iniziali degli esponenti del Pd potevano essere giustificate dalla non conoscenza dell’ordinanza del Tribunale di Milano, a tre giorni, vista la pubblicazione dei contenuti in essa racchiusi, il loro atteggiamento nei confronti del sindaco Andrea Cassani scade nel solito grottesco.

Cassani non è indagato e, oltre a questo, risulta chiaro ed evidente che si è frapposto al raggiungimento degli obbiettivi del sodalizio criminoso.

Come riportato nei verbali delle assemblee societarie delle aziende partecipate, il sindaco Cassani si è più volte opposto, anche in maniera isolata, all’operato di alcuni amministratori che ad oggi risultano indagati. Alcuni di questi amministratori, teniamo a precisare, furono nominati quando sia in provincia sia a Gallarate governava il centrosinistra. 

Ci lascia allibiti inoltre il fatto che Alessandro Alfieri, già collaboratore di Filippo Penati (quello del “sistema Sesto”), ora si erga a paladino della buona amministrazione.

Analogamente goffa è la mozione presentata dalle forze di minoranza nel chiedere il ritiro della variante del Pgt: il sindaco Cassani, proprio in virtù delle indagini in corso e ben prima che lo chiedesse la sinistra, aveva già annunciato che precauzionalmente avrebbe interrotto l’iter della variante. 

Sezione Lega di Gallarate

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