Handbike a Busto, atleti col coltello fra i denti alla tappa del Giro d’Italia

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BUSTO ARSIZIO – «Non vogliamo essere visti come “poverini” o disabili, ma come atleti. Io mi sento un vero atleta: seguo allenamenti, tabelle, diete, rubo tempo alla mia famiglia per gareggiare e alla domenica ci sfidiamo con il coltello fra i denti. Mi piacerebbe che passasse questo spirito agonistico. È l’impegno che ci mettono tutti, ammiro molto l’opera di quelli con la disabilità H1, la più grave». È questo il pensiero di Vito Lascaro, che venerdì 14 giugno alle 20.45 offrirà una dimostrazione di handbike su rulli in piazza Santa Maria a Busto Arsizio. L’evento farà da introduzione alla sesta tappa del Giro d’Italia di questa disciplina che tornerà in città domenica 8 settembre. La gara è stata presentata oggi, giovedì 13 giugno, al Teatro Sociale alla presenza di Gigi Farioli, assessore allo Sport e all’Educazione, Walter Ferrari e Stefania Passiu, presidente onorario e vicepresidente del comitato organizzatore, e Ambrogio Magistrelli, vicepresidente di Polha.

Una maglia nera per l’ultimo arrivato

Come illustrato da Giuseppe Colombo, la sesta tappa del Giro d’Italia di handbike si svilupperà, con la chiusura delle vie cittadine, lungo un percorso di quattro chilometri e che avrà il Museo del Tessile come punto di partenza e arrivo, passando dal municipio, via Mazzini, via dei Mille, viale delle Rimembranze, via Palestro e piazza Manzoni. L’evento, a cui interverranno anche i ragazzi delle Cuffie Colorate e la fanfara dei bersaglieri di Lonate Pozzolo, durerà circa un’ora. La sua conclusione vedrà, oltre alla consegna delle maglie ai vincitori, l’estrazione a sorte di alcuni premi e un pasta party.
«Non è casuale l’unione del Teatro Sociale e della Fondazione Comunitaria del Varesotto in questa iniziativa, che mette insieme attività fisica ed educazione. Perché lo sport non è solo una competizione, può essere anche una crescita sociale e personale. Proprio in questo caso si realizza il significato originale della parola “competizione”, cioè andare insieme verso qualcosa», ha esordito Farioli.
Come ha spiegato Passiu, «è il decimo anno che organizziamo il Giro d’Italia di handbike, nato da un’idea di Andrea Leoni. Alle nostre gare si iscrivono molti atleti, tra ottanta e cento per ogni tappa. È importante che la manifestazione si tenga in centri cittadini per comunicare il loro messaggio: sono persone straordinarie che si sono tirate fuori in modo positivo da una malattia o da un trauma. La competizione sarà aperta ai normodotati e premieremo, con la maglia nera, anche l’ultimo arrivato: dev’essere un’occasione di grande festa a cui tutti devono partecipare».
«In nessuna attività sportiva ho visto l’agonismo praticato da loro», ha concluso Ferrari. «Non considero il nostro un comitato organizzatore, ma una grande famiglia. E una realtà unica, per l’iniziativa che realizzare da dieci anni. Queste persone sono maestri di vita: dopo aver subito uno stop hanno ripreso da zero grazie allo sport, portando avanti il loro spirito agonistico».

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