Il concerto di Natale di Busto in Basilica. Monsignore: «Coralità che dà speranza»

BUSTO ARSIZIO – Tutto esaurito, o quasi, in Basilica di San Giovanni per il concerto di Natale della Città di Busto Arsizio, una tradizione che si ripete «di generazione in generazione», come ricordato dal Prevosto monsignor Severino Pagani. Stavolta «in un clima sobrio ma festoso, perché c’è sempre un germe di speranza nel nostro cuore, anche di fronte alle difficoltà della vita». Protagoniste le dodici corali delle parrocchie del Decanato, per oltre 130 cantanti, che hanno incantato il pubblico e riscosso grandi applausi con un programma tipicamente natalizio.

Le corali

Quest’anno, ripetendo lo stesso schema del concerto della Patronale 2022 che aveva visto protagoniste le quattro bande della città, sul “palco” dell’altare della Basilica sono salite le Scholae Cantorum del Decanato che per la prima volta hanno cantato a formazioni riunite. Ben dodici corali, accompagnate da un ensemble strumentale e diretti da alcuni dei direttori dei cori: San Giovanni Battista, Santi Apostoli Pietro e Paolo di Borsano, Santa Croce, San Luigi e Beata Giuliana, Santissimo Redentore, Sant’Anna, Sant’Edoardo, Santa Maria Regina, Sacro Cuore, Santi Apostoli Pietro e Paolo di Sacconago, San Giuseppe e San Michele Arcangelo.

«Una città unita e in pace»

La «coralità» è stato l’elemento chiave che ha caratterizzato il saluto, e l’augurio di buon Natale, di monsignor Severino Pagani. «La coralità di una città che si unisce. Parte sempre dal basso. E da un punto di vista simbolico il radunarsi qui è già un bel regalo di Natale». Il Prevosto ha anche invitato a «non dimenticare il dolore del mondo, quello delle guerre, ma anche il dolore dei conflitti familiari» e ha ringraziato il Signore perché Busto è «una città in pace e unita».

Saluto e ringraziamenti del sindaco

La squadra delle corali

«La bellezza nel condividere l’impegno e il trovarsi tutti insieme durante le prove, in queste settimane appena trascorse, ha rinsaldato vecchie amicizie, ha generato nuovi legami, ha sviluppato l’attenzione reciproca gli uni agli altri e ha “colorato” di armonia i nostri incontri, nonostante, a volte, la fatica e le preoccupazioni della giornata, ritemprando così lo spirito e il corpo – scrivono le corali nel testo che accompagna il programma di sala -l’auspicio è che le nostre molteplici voci si possano fondere in un’unica voce nel canto, come “un cuor solo e un’anima sola (Atti 4,32)”.

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