Il pm Maresca ad Albizzate: «La mafia c’è anche al nord. Parlatene per sconfiggerla»

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ALBIZZATE  – «La mafia c’è soprattutto dove non si vede. Anche qui, nel nord Italia, dove erroneamente si crede che la mafia sia un fenomeno che interessa soltanto le regioni del sud». Ha parlato per un’ora e mezza ad un’affollata sala Reni ad Albizzate il pm Catello Maresca: un pubblico attento e partecipe del racconto del magistrato che ha condotto le indagini che hanno portato all’arresto del superlatitante Michele Zagaria e che, nel presentare il libro scritto a quattro mani con il giornalista Paolo Chiarello “La mafia è buona” dialogando con l’avvocato Paolo Liedholm e il giornalista del Giorno Gianmarco Airaghi, ha smontato miti e preconcetti diffusi sulla criminalità organizzata, spiegando perché e come questa resista ancora in Italia.

La mafia non spara più

Perché la criminalità organizzata accompagna la storia del nostro paese da decenni? «Falcone diceva che la mafia è un fatto umano, e in quanto tale avrà una sua fine – spiega Maresca – e io con questo intendo che potrebbe anche morire con l’uomo e non prima. Per questo bisogna parlarne, ma nel modo giusto, per comprendere che cosa è la mafia adesso». Non più spartizioni territoriali, omicidi, sparizioni: «mafia, camorra, ‘ndrangheta, non uccidono più: attirerebbero solo l’attenzione. Ad uccidere sono “i poveracci, i morti di fame”, dice il mio collega Gratteri». Oggi la mafia si configura come un’agenzia di servizi «genera flussi di denaro, offre lavoro: a suo modo è conveniente», per arrivare a manovrare grandi flussi di denaro: «La mafia c’è dove ci sono soldi. Nella povertà non prolifera. E per questo ha trasferito i suoi traffici al nord». Bonifica dell’amianto, smaltimento dei rifiuti e molto altro: «La magistratura al nord è poco preparata a questo. E la parola mafia sembra essere sparita dall’agenda politica italiana. O, forse, non ne ha mai fatto parte».

Parlarne nelle scuole

La mafia non sparirà mai, dunque? «Penso di sì, ma bisogna parlarne. Capire che quello che è successo in Campania con la terra dei fuochi può accadere ovunque. Andare nelle scuole, spiegare, scegliere di stare dalla parte delle regole. Aver parlato qui stasera di mafia per me è un onore. Vuol dire che siete una comunità sensibile e quindi più sana». E tanta la soddisfazione è stata condivisa anche dal presidente di Volarte Adelio Airaghi, dal vicesindaco e assessore alla Cultura Eliana Brusa e dal sindaco Mirko Zorzo: «Riempire una sala di persone, soprattutto con un evento del genere, non è facile: è un bel segnale. Certamente abbiamo capito che sulla mafia non bisogna abbassare la guardia».

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