Il premio Speroni torna a Busto. E va a Jacopo Peron, l’ingegnere che sogna Parigi 2024

Jacopo Peron

BUSTO ARSIZIO – Il premio “Carlo Speroni” verrà consegnato all’ottocentista Jacopo Peron, 27enne di Tradate che sogna di qualificarsi per le Olimpiadi di Parigi 2024. La cerimonia di premiazione, organizzata dal Panathlon Club La Malpensa, si svolgerà domani sera, 22 novembre, a Casa UYBA, alla e-work Arena: un ritorno a Busto Arsizio dopo alcune edizioni in trasferta. A fare da testimonial ci sarà un altro mezzofondista Pietro Arese, campione italiano dei 1500 metri che agli ultimi mondiali di Budapest ha sfiorato il record tricolore di Gennaro Di Napoli.

Il premio

Maurizio Artusa e Giovanni Castiglioni

Un premio Speroni sui generis, quello che verrà consegnato a Jacopo Peron. Per via della sua età, 27 anni: non più un talento emergente (come la lunghista di Villa Cortese Marta Amanì un anno fa), come nella tradizione del premio che ricorda la figura del mezzofondista bustocco, tre volte olimpionico, che ha dato il nome allo stadio della Pro Patria. Peron, segnalato da Gianni Mauri, è stato campione italiano under 20 e semifinalista ai mondiali under 18 e oggi ha il quarto “personal best” italiano sulla distanza degli 800 metri. Ribattezzato “Dreamer” dal presidente del Panathlon Giovanni Castiglioni. Perché «ha accantonato temporaneamente la sua carriera professionale di ingegnere per inseguire il sogno di qualificarsi ai Giochi di Parigi 2024». La stessa città che fa da sfondo all’omonima pellicola, “The Dreamers”, di Bernardo Bertolucci. Qui non c’è in ballo nessun menage a trois ma una “borsa” in denaro che la famiglia dello storico mezzofondista bustocco consegnerà a Jacopo Peron con un testimonial di eccezione, quel Pietro Arese, anch’egli ingegnere, che ha due anni in meno di lui (classe 1999) e con cui in passato ha condiviso l’allenatore varesino Silvano Danzi. Potevano mancare altre coincidenze? No, perché Parigi 2024 si terrà esattamente cento anni dopo l’Olimpiade nella Ville Lumiere che è stata la terza e ultima partecipazione di Carlo Speroni ai Giochi.

I connubi

Doveva essere un premio Speroni di grandi connubi e di ricorsi storici, quello del ritorno a casa (Uyba). Per la serata intitolata “Vita da Carloeu” (richiamando la serie TV di Verdone), oltre ai due ingegneri mezzofondisti il Panathlon Club La Malpensa aveva invitato anche Franco Bragagna, che non solo è il principe delle cronache dell’atletica leggera ma anche colui che aveva commentato la cerimonia di apertura delle Olimpiadi affiancato da Julio Velasco, il Maestro del volley che fino a ieri allenava le farfalle alla e-work Arena. Una tavola apparecchiata che rimarrà solo nei sogni, perché prima Bragagna ha dato forfait per un contrattempo dell’ultim’ora, poi Velasco ha dato le dimissioni dalla Uyba. Ma questa è un’altra storia.

Le voci

Il nipote Carlo Speroni, a nome dalla famiglia, si dice «orgogliosa di sostenere il Premio Speroni e di conservarne la memoria soprattutto per i giovani che si avvicinano all’atletica leggera». L’assessore allo sport Maurizio Artusa invece fa notare che «Busto deve mantenere le sue tradizioni culturali, storiche e sportive che non sono banali. Lo sport a Busto non è quello che alcuni vogliono far credere: ha una tradizione storica che poggia su radici solide che vengono da atleti, dirigenti e cultori dello sport. Non dobbiamo piangerci addosso se qualcosa non va bene».

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