Il settennato di Galimberti a Varese

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Il settennato di Davide Galimberti sindaco di Varese

di Massimo Lodi

Cinque più due. Cinque anni d’una prima legislatura, due d’una seconda. L’ottobrata della Varese 2023 segnala il settennato di Galimberti sindaco, compleanno il giorno 18. Cosa ne pensa la città? Ah, saperlo. La città è storicamente riservata, prudente, silenziosa. I giudizi positivi non li esprime, tranne che col voto. Quelli negativi li fa intuire, allo scopo di correggere gli altri. Dunque? L’umore prevalente/felpato sembra espresso da quanto segue. 

Galimberti ereditò nel 2016 una situazione difficile, dovendo metter toppe qui e là prima d’innescare la sua marcia; riprogettare per darsi un orizzonte che mancava; amalgamare i rapporti nell’inedita maggioranza (partitico-civica) traducendoli da elettorali in operativi; aprirsi al dialogo, talvolta all’intesa, con minoranze e istituzioni territoriali, la Regione specialmente (e dunque Fontana, reduce dal precedente decennio di borgomastro).

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Massimo Lodi

Galimberti è uno che fa e poi dice. Ne sono testimonianza opere importanti. Non megafonate, ma condotte all’abbrivio trovando con abile competenza i quattrini. L’area stazioni nuova, largo Flaiano rivoluzionato, la caserma riconvertita, l’Arena del ghiaccio d’imprinting olimpico, il Politeama che diventa teatro eccetera marcheranno il nostro futuro. Ne patisce il presente, perché i cantieri provocano disagi, assieme alla sofferenza viaria figlia di lontane topiche/ottuse sottovalutazioni. Vale sopportarli con pazienza. 

Sta guadagnando in apprezzamento, dopo la rielezione del 2021, anche la figurina Varese. Più sport, più cultura, più turismo, più visitatori, più commercio; più università, più giovani, più modernismo, più speranza. Sullo sfondo, campeggia l’idea d’insieme: esibire uno stile riconoscibile, proporre il marchio intrigante, distinguersi dall’anonimato urbano delle piccole-medie realtà. Una strategia ideata a tavolino e un divenire naturale che ha come faro la concretezza, preso atto delle vocazioni/identità del luogo e della voglia popolare a rispondervi. Ecco la mano visibile d’un sindaco che non la tira mai indietro, quando bisogna stringere su un problema. Si chiama cifra amministrativa: non sempre e ovunque, fuori da Varese, la si legge con nitore. Vedi il caso della capacità a portar qui i preziosi fondi del Pnrr.

Ovviamente non tutto fila come si vorrebbe. Per esempio decoro, pulizia, asfalti buche-free, rigore verso le micro-trasgressioni, funzionalità d’alcuni servizi. Difetti palesi, rimedi allo studio e in itinere. Li sollecitano segnalazioni extra-demagogiche: non quelle che prendono spunto da episodi di violenza/inciviltà (purtroppo diffusi in ogni angolo d’Italia) per denunziare l’inadeguatezza di Palazzo Estense, ma quelle che vengono dalla quotidiana frequentazione di centro e periferie, e aspirano al miglioramento. Prenderne nota e adoperarsi nel rettificare/sistemare rappresenta il virtuoso continuismo di stile, cioè la padronanza del ruolo. Nulla è più importante, per un dominus quale la legge indica nel sindaco, affidandogli grandi poteri. E aspettandosi grandi risposte.

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