In via Galvani il “senso unico eccetto bici”: i suggeritori sono stati i cittadini

Caro direttore, ho letto con vero stupore il Suo editoriale del 2 Settembre scorso, nel quale si chiede se la “strada ciclabile con doppio senso ciclabile”, realizzata da alcuni giorni in via Galvani a Busto Arsizio, sia un escamotage (un “pasticcio”, secondo Lei) per accontentare l’ex ministro della Lega Francesco Speroni, notoriamente contrario ai sensi unici.

L’interrogativo non è originale, perché, a dire il vero, già qualcuno sui social lo aveva posto, ma, si sa, i commenti social sono ormai generalmente derubricati a “chiacchiere da bar”.

Bene, alle Sue accuse basate su indizi voglio rispondere con argomenti e documenti.

Di sensi unici eccetto bici a Busto Arsizio ne avevo iniziato a parlare sulla stampa già il lontano 10 Giugno dell’anno scorso (Beata Giuliana, oltre i sensi unici c’è di più. L’assessore Loschiavo: «Nascerà una “zona 30”» – Informazioneonline.it), in occasione della prima tappa di sperimentazione e realizzazione della “zona 30” a Beata Giuliana. Così come, anche nell’occasione specifica di via Galvani, avevo anticipato l’introduzione di strumenti di moderazione della velocità, oltre al senso unico, sul mio profilo Facebook, prima ancora che venisse pubblicata l’esternazione dell’ex ministro Speroni.

Tuttavia, Lei coglie nel segno quando adombra l’esistenza di suggeritori. Sbaglia, però, il soggetto.

Per questo intervento specifico, i veri suggeritori sono stati i tanti cittadini del quartiere, incontrati di persona al Museo del tessile lo scorso 13 Aprile, durante uno dei sei incontri pubblici della fase partecipativa del PUMS. A parte l’ennesima richiesta di realizzazione del senso unico (lo riporta anche la Sua testata) – perché bisogna ricordare per l’ennesima volta che l’istituzione formale risale invece al 2018, ragion per cui l’eventuale escamotage, se di escamotage si trattasse, normato dal 2020, avrebbe potuto essere utilizzato già da tempo, quando Speroni era ancora in sella e l’assessore di riferimento era del suo partito – ci fu anche la richiesta specifica di introdurre soluzioni di moderazione della velocità e la richiesta di favorire la mobilità ciclabile, con proposte e suggerimenti concreti. Perché di fronte agli apparentemente numerosi cittadini che criticano e basta, mi permetta di dire che ci sono tantissimi cittadini che criticano e, contemporaneamente, propongono soluzioni. Tra cui questa (doppio senso ciclabile) – ascoltata – di nuova introduzione in via Galvani e che in altri luoghi d’Italia e d’Europa non è affatto una novità (e non è considerata un pasticcio).

Non mi deve credere sulla fiducia, la prova è documentale: è tutto riportato nei verbali dell’incontro, redatti dai tecnici del Pums, che con me vi hanno partecipato.

E, del resto, la sperimentazione del “senso unico eccetto bici” non è neppure la prima sperimentazione di soluzioni innovative a Busto Arsizio, negli ultimi due anni di amministrazione, nel campo della mobilità sostenibile: mi riferisco, per esempio, alle strade ed alle piazze scolastiche o, ancora, per restare in materia di ciclabilità, alle case avanzate.

Pums e sperimentazione di soluzioni innovative: altro che “pennellata alla viabilità”!

Ma anche a voler cedere per un attimo alla Sua illazione e ritenere, quindi, per assurdo, che la soluzione di via Galvani sia stata scelta per “accontentare” l’ex Ministro Speroni (che contrario al senso unico era e contrario credo sia rimasto), l’attenzione dovrebbe comunque concentrarsi sulla bontà o meno della scelta e, solo sulla base di una critica tecnica seria (che non mi pare Lei abbia fatto, salvo bollarla come “pasticcio”, “escamotage”, interpretazione della norma “a suo uso e consumo o per gli amici degli amici”), andare a cercare il “marcio” che non c’è. Altrimenti è solo una presa di posizione faziosa e ideologica.

Vede, proprio questo, a mio modesto parere, è il vero tema da affrontare, senza preconcetti ideologici e senza partigianerie, perché la qualità della vita e la vivibilità della città non possono e non devono essere temi ideologici: la strada intrapresa dalla Città sul terreno della mobilità sostenibile è quella giusta oppure no? E portare il proprio contributo.

E la invito a valutare tutte le iniziative intraprese fino ad oggi, tra l’altro lodevolmente riprese con puntualità anche dalla Sua testata. Ne faccio un breve elenco esemplificativo e non certamente esaustivo: il percorso di adozione del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) – con annessi biciplan e piano della sosta – che, nella fase appena conclusa dell’ascolto, prevede proprio la raccolta di tutte le richieste / segnalazioni dei cittadini attraverso diversi strumenti; gli interventi sul TPL, con l’istituzione della nuova fermata di Malpensa Fiere ed il progetto di “metropolitana leggera”; il progetto “Gipadua”, una rete di 14 Km di piste ciclabili destinata a cucire l’esistente, in attesa del biciplan definitivo; non ultimo, il percorso verso la transizione verde e digitale, in collaborazione con la Commissione Europea, attraverso l’iniziativa “Intelligent Cities Challenge” (ICC).

Altri le hanno valutato positivamente. Mi riferisco, in particolare, ad ANCI Lombardia, che ha scelto Busto Arsizio per essere rappresentata al tavolo nazionale della mobilità sostenibile, in occasione di “Missione Italia”. E mi riferisco all’Università Bicocca e ad Enea che, per conto del Ministero dell’Ambiente, hanno scelto Busto Arsizio come membro politico del tavolo tecnico sulla mobilità elettrica. Ciò non toglie che, specie per le sperimentazioni, ci possa essere margine di errore e, infatti, alcune iniziative (anche il “senso unico eccetto bici”) inevitabilmente dovranno essere oggetto di rivalutazione alla distanza. Così come sono perfettamente consapevole che siamo solo ai nastri di partenza, ma d’altronde abbiamo iniziato meno di due anni fa a parlare di mobilità sostenibile in Città (ricordo che l’assessorato alla mobilità è di nuova istituzione, perché in precedenza esisteva invece l’assessorato alla viabilità). Ecco, proprio per questo, la prossima “Settimana europea della mobilità”, in calendario a Busto Arsizio dal 16 al 24 Settembre (La invito fin d’ora a partecipare e, se vorrà portare un Suo contributo, ne sarò certamente felice), sarà l’occasione per raccontare l’esperienza dell’ultimo anno e confrontarsi su quanto è stato fatto, ma anche presentare i progetti in cantiere per il prossimo futuro e discuterne. Perché di cantiere si tratta, al quale tutti, ciascuno per il proprio ruolo e con le proprie possibilità, dovrebbero partecipare con spirito propositivo e costruttivo, posto che di mezzo c’è il futuro della Città e dei nostri figli. Io non so a chi davvero sia indirizzato il Suo sfogo, ma se il riferimento fosse davvero all’assessorato alla mobilità, che mi pregio pro tempore di impersonare, definendolo chiuso e sordo, credo che abbia proprio sbagliato porta.

Salvatore Loschiavo, assessore alla mobilità di Busto Arsizio

busto arsizio Loschiavo via Galvani – MALPENSA24