Inflazione, energia, credito rallentano l’industria dell’Alto Milanese

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LEGNANO – Attività manifatturiera dell’Alto Milanese stabile nel terzo trimestre dell’anno. Lo si evince dalla periodica indagine congiunturale del Centro Studi di Confindustria Alto Milanese effettuata su un campione chiuso di imprese associate, i cui risultati sono stati diffusi oggi, mercoledì 16 novembre. La produzione industriale è infatti risultata invariata in tutti i settori, con il fatturato in contenuto calo e le scorte di prodotti finiti in crescita.

Continuano a preoccupare i rincari delle materie prime, in particolare i costi dell’energia, che solo in minima parte le imprese riescono a trasferire sui prezzi di vendita, con conseguente erosione dei margini aziendali e riduzione della capacità di autofinanziamento. Fondamentalmente confermati gli ordinativi ricevuti da clienti nazionali, e il flusso, ancora positivo, degli ordini dall’estero. In lieve miglioramento i livelli occupazionali.

In calo fiducia e investimenti

La propensione a investire si mantiene buona nonostante le condizioni di accesso al credito siano peggiorate per l’innalzamento dei tassi d’interesse e l’aumento dell’inflazione che ha impatto sempre più grande per le imprese. L’incertezza dell’economia internazionale in rallentamento, il perdurare della pandemia, il conflitto russo-ucraino e la situazione politica nazionale gravano sulle aspettative per il futuro: risulta scesa al 49% la quota di imprese che intende investire dal 65% nel trimestre precedente. Anche le prospettive a breve termine sull’andamento delle vendite sono state riviste al ribasso: con riferimento ai prossimi sei mesi, il 29% del campione (era il 38% nella scorsa indagine) prevede un incremento del fatturato, più del 50% un consolidamento, mentre un’azienda su cinque si attende una riduzione.

Settore meccanico. Produzione industriale e fatturato sostanzialmente stabili, in linea con il trend generale. Portafoglio ordini con commesse estere, seppur ancora positive, in rallentamento rispetto al trimestre precedente e ordinativi interni in aumento. Scende dal 67% al 55% la quota di aziende che ha in programma investimenti in macchinari e impianti nel breve periodo. Previsioni di fatturato uguale per il 60% delle imprese e in progresso per il 30%. In leggero sviluppo l’occupazione nel comparto.

Settori tessile-abbigliamento e calzaturiero. L’indagine ha evidenziato una produzione industriale, un livello degli ordinativi e un fatturato di base inalterati rispetto al periodo scorso. In diminuzione il flusso di nuovi ordinativi italiani, mentre crescono quelli provenienti dall’estero. In salita i costi delle materie prime impiegate, che solo in parte sono state trasferite sui listini prezzi. Nonostante le tensioni sulla marginalità e il permanere di lunghi tempi di pagamento, la richiesta di credito bancario è scesa. Le imprese prevedono per il prossimo semestre un miglioramento del fatturato nel 45% dei casi. Oltre la metà del campione intende investire a breve termine.

Settori lavorazione materie plastiche e chimico. Negli ultimi tre mesi, il settore ha registrato una modesta riduzione della produzione industriale. Il fatturato è risultato in flessione, ma il portafoglio ordini, soprattutto di matrice estera, ha tenuto. Il grado di utilizzo degli impianti è giudicato ancora soddisfacente. Sono proseguiti i rincari delle materie prime. Le aspettative di fatturato per il semestre a venire sono identiche nel 50% dei casi. Rispetto al trimestre precedente è decisamente calata la volontà di effettuare nuovi investimenti: solo il 43% delle imprese (era il 71% nel secondo trimestre) ha pianificato spese in conto capitale.

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