Infortuni sul lavoro, 7 morti nel 2023 nel Varesotto. «Servono più controlli»

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I relatori dell'incontro di aggiornamento del tavolo di lavoro

VARESE – I dati aggiornati degli incidenti, la voce delle istituzioni e la testimonianza di chi da imprenditore ha vissuto nella sua azienda la drammaticità di un infortunio mortale e chiede controlli più capillari. A Villa Recalcati nella mattina di oggi, mercoledì 25 ottobre, si è svolto un aggiornamento di “Sicuri al lavoro”, il tavolo per la prevenzione di infortuni e malattie professionali in Provincia di Varese istituzionalizzato lo scorso luglio, ma la cui attività è iniziata già nel 2022 con l’avvio di tre diversi gruppi di lavoro (nel video qui sotto l’intervista al prefetto Pasquariello).


I dati aggiornati

Ad aprire l’incontro, in occasione della Settimana europea per la sicurezza e la salute sul lavoro, i dati aggiornati forniti dal direttore territoriale di Inail Varese Vittorio Tripi, relativi al periodo gennaio-agosto 2023. Sono stati 5967, in diminuzione rispetto ai 6700 dello stesso periodo del 2022, numero su cui pesava ancora la coda del Covid. 3913 gli infortuni che hanno riguardato uomini, 2054 invece donne. Sul totale degli infortuni sono 4996 quelli avvenuti in occasione di lavoro, cioè in azienda, con un calo del 13,7% rispetto al 2022, di cui 4900 senza mezzo di trasporto e 96 con mezzo di trasporto. Sono invece in aumento rispetto al 2022 gli infortuni in itinere, con un +6,7%, di cui 617 con mezzo di trasporto e 354 senza, cioè pedoni. Le denunce di malattie professionali sono state 163, numero quasi uguale ai 160 del 2022. Infine gli infortuni mortali, che sono stati 7 da gennaio ad agosto 2023 invece dei 9 dell’anno precedente. Le vittime sono state tutte italiane: 6 uomini e una donna, 5 in occasione di lavoro e 2 in itinere. Un successivo aggiornamento dei numeri e delle attività del tavolo ci sarà in occasione di un nuovo convegno dopo quello dello scorso anno.

Più controlli in azienda

A portare la sua testimonianza Michele Bandera delle Costruzioni meccaniche Bandera di Busto Arsizio (nella foto sotto). «Nel maggio 2021 abbiamo avuto un incidente mortale in azienda e le istituzioni ci sono state vicine con professionalità, non trattandoci da criminali. Si fa del nostro meglio ma non è mai abbastanza. Nella nostra azienda negli ultimi 20 anni i numeri sono calati con l’introduzione di semplici misure come i dpi che prima erano malvisti e ora sono entrati nella cultura aziendale e nella cultura del lavoratore. Alcuni cambi culturali sono passati ma non è mai abbastanza». Quindi ha indicato la necessità di nuovi sforzi per affrontare il fenomeno. «La sicurezza per l’imprenditore è un costo che se tutti sosteniamo siamo tutti concorrenziali gli uni con gli altri. Se qualcuno non lo sostiene gioca con la vita delle persone. È il momento di dare un’accelerata sulla sicurezza, si fanno piccoli passi ma serve un passo più lungo. Servono controlli più capillari e punitivi, così non ci sono più alibi. È importante anche l’attività nelle scuole: avere la paura di farsi male vuol dire tanto ed è un discorso di cultura che parte già dalle scuole primarie».


Un passo in più

Quindi oltre agli interventi degli enti coinvolti come Ats, Ispettorato sul lavoro e Ufficio scolastico territoriale si è fatto il punto sulle attività dei tre tavoli. «Ne servirebbe un quarto, quello delle risorse – ha detto Giacomo Mazzarino della Camera di Commercio – servirebbero risorse economiche e umane per affrontare questo lavoro comune che stiamo portando avanti». Stefania Filetti della Cgil ha ricordato il percorso iniziato nel 2021, «quando noi sindacati abbiamo deciso che anche un solo mortale era di troppo: ci siamo detti che era arrivato il momento di provare a fare il passo in più. I nostri Rls vanno nelle aziende e ci sono molte realtà che collaborano, ma non tutti: alcuni non rispondono al telefono o non ci aprono il cancello». Ultimo gruppo quelle dedicato alle best practices, di cui ha parlato Fulvia Richiardi di Confindustria Varese: sono state selezionate le iniziative sul tema di 8 aziende. Altro strumento avviato quello dei break formativi.

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