La Buona Destra sbarca in provincia di Varese e chiama Giorgetti: «Molli Salvini»

Da destra: Vittorio Tizzoni, Filippo Rossi, Maurizio Petrò e Luca Vergani

MARNATE – Arriva anche in provincia di Varese la Buona Destra di Filippo Rossi. E lancia un appello al varesino Giancarlo Giorgetti: «Da tempo lo esorto a fare qualcosa. Se solo avesse coraggio di rompere con quella accozzaglia che è il centrodestra attuale…». In una parola, il già fedelissimo di Gianfranco Fini invita il ministro leghista a mollare la destra populista e sovranista di Salvini. «Capisco i traumi personali, ma l’Italia ad un certo punto ha bisogno di scelte di campo: Draghi o il populismo, piantare bandierine o stare con chi lavora». E Giorgetti, sottolinea Rossi, «è un interlocutore di una destra moderata».

“Under construction”

La Buona Destra è «un partito “under construction”, senza parlamentari burocrazie e giochi di palazzo – lo definisce Filippo Rossi – all’Italia manca una destra liberale, popolare, europea, distinta dalle destre populiste e sovraniste. Un’anomalia italiana che prima o poi verrà sciolta. Non saremo gli unici a farlo, ma questa componente in Italia manca e noi vogliamo rappresentarla». Anche se, e Rossi ne è consapevole, sarà «una maratona. Ma non abbiamo fretta, l’unica è quella di costruire una buona politica».

Buona Destra nel Varesotto

In primo piano, Luca Vergani

Intanto parte da Marnate l’avventura del movimento Buona Destra nel Varesotto. «Niente manovre di palazzo, né modelli prestabiliti – lo presenta così Luca Vergani, commerciante di Marnate con la passione per la politica, neo responsabile per la Valle Olona – un movimento che nasce veramente dal basso, dal territorio, e per questo mi ha affascinato. Soprattutto adesso che c’è grande sfiducia e scollamento nei confronti della politica. Ci proporremo di ascoltare i bisogni e i disagi dei cittadini e proporre soluzioni concrete. Contro il populismo».

Il tavolo

Filippo Rossi tra Maurizio Petrò (a sinistra) e Vittorio Tizzoni

Con Rossi e Vergani ci sono il coordinatore nazionale della Buona Destra Maurizio Petrò e il responsabile per la Lombardia Vittorio Tozzini. Dietro le quinte spunta anche Gigi Farioli, che con L’Officina delle Idee dopo l’estate intende organizzare delle iniziative insieme al movimento di Filippo Rossi. Che lo saluta ironizzando: «Ma che ci stai a fà co’ L’Italia c’è? Vieni con noi».

Gli obiettivi

L’orizzonte per la Buona Destra potrebbero essere le prossime politiche e regionali. «Il sogno di andare da soli c’è, ma dobbiamo capire cosa succede a bocce ferme. E le bocce ora sono tutt’altro che ferme». Per ora il dialogo è aperto con quelli che Rossi definisce «i cugini di strada della destra moderata», che arrivano «fino all’area di Calenda». L’atteggiamento della Buona Destra lo si può desumere dalle alleanze a “geometrie variabili” delle ultime amministrative: a Roma con Calenda, a Verona con Flavio Tosi, a Padova (dove è stato eletto un consigliere) con il centrosinistra di Giordani, in passato a Torino con Damilano, che poi ha strappato con la Lega di Salvini. «In Francia faremmo come i gollisti, votando Macron e non Le Pen».

La scelta di campo

Ed è proprio «una scelta di campo» quella che serve oggi. E si torna alla Lega: «L’idea di stare al governo ma anche all’opposizione, responsabili ma anche no come Salvini, è un modo irresponsabile di fare politica. E Giorgetti è tutt’altro che irresponsabile». Per Filippo Rossi dovrà risolvere «un nodo strategico. L’incompatibilità non è nel merito ma nel cosa è la politica, e quelle due cose non possono stare nello stesso partito».

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