Liuc apre l’anno accademico e sfida la tecnica: «Da qui escono teste ben fatte»

CASTELLANZA – «Dichiaro aperto l’Anno Accademico 2023-24, il trentaduesimo dalla fondazione dell’Ateneo». Così il Rettore Federico Visconti stamattina, 6 novembre, in aula Bussolati ha ufficialmente dato il via alla nuova “stagione” universitaria della Liuc, di fronte al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e al presidente di Almalaurea Ivano Dionigi, “lecturer” di giornata. “Teste ben piene o teste ben fatte?” la provocazione nella prolusione ufficiale del professor Dionigi, a cui il presidente Liuc Riccardo Comerio risponde senza esitazioni: «La scelta della nostra Università va nella direzione della testa ben fatta. E lo dimostra».

Dionigi per «un nuovo umanesimo»

L’Italia poco sopra la Romania per laureati 30-34enni

Nella sua dotta prolusione, che parte dagli «squilibri» esistenti nel sistema universitario italiano (Italia fanalino di coda in Europa, frattura Nord-Sud, disuguaglianze di genere) e richiama alle sfide che la tecnologia pone alle università di oggi, il presidente di Almalaurea ricorda che l’università ha il compito di insegnare a imparare. E, navigando tra i punti cardinali – tradizione e traduzione, immigrazione e tecnica – richiama la necessità di un nuovo umanesimo: «Come formare l’uomo intero? Affiancando a Prometeo, il profeta della tecnica, Socrate, il profeta dell’umanesimo e delle conoscenze, in una sorta di coabitazione – la “ricetta” di Ivano Dionigi – è il pensiero umanistico la struttura dura, l’hardware che fa girare i programmi dei saperi specifici. Tutto il resto è software». Il prof. chiude con una serie di appelli per il futuro. Al mondo dell’industria: «Se abdica alla visione e ai pensieri lunghi, arriva al capolinea e taglia il ramo su cui è seduta. L’hanno capito alla Ferrari, l’hanno capito al MIT». Alla politica: «Il sistema universitario italiano, pur sottofinanziato, compete con le altre università europee ed extraeuropee che hanno il triplo o il quintuplo dei finanziamenti. Se anche gli altri sistemi fossero meritocratici come quello universitario il Paese vedrebbe un altro film». Agli studenti: «Studiate, studiate, studiate, e siate di esempio anche per noi adulti, che avremmo dovuto e voluto lasciarvi un mondo migliore». E chiude citando lo Steve Jobs del celebre discorso a Stanford (“Stay hungry, stay foolish”): «Abbiate il coraggio di seguire il vostro cuore e la vostra intuizione». Applausi a scena aperta in aula Bussolati.

Il presidente di Almalaurea Ivano Dionigi

L'”I Care” del Rettore

«Anche la LIUC, come migliaia di laureate e laureati hanno sperimentato in prima persona, esprime una propria via al “Mi sta a cuore”» cita Don Lorenzo Milani il Rettore Visconti nella sua presentazione «fatta con l’intelligenza artificiale generativa», con le immagini che scorrono dietro alle parole. Che il viaggio sarebbe stato lungo, lo si sapeva dall’inizio – aggiunge Visconti, disegnando l’orizzonte del 2030 – la strada è ancora lunga da percorrere, è ricca di opportunità ma anche di insidie. La LIUC continuerà a camminarvi responsabilmente, investendo su risorse e competenze che consentano di potenziare le “core activities”, di migliorare la produttività, di crescere a livello internazionale, di sviluppare il patrimonio intangibile e il capitale reputazionale. Non c’è alternativa: con i tempi che corrono, stando fermi si torna indietro. Con un monito finale, citando Gandhi: “I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengono trasformati in azioni”. Nella sua lunga relazione, il Rettore identifica le tre «pietre miliari» del “fare Università” dell’ateneo di Castellanza: «La missione, la crescita competitiva, l’interazione con il territorio». Su quest’ultimo punto, in particolare, chiarendo che «il collegamento tra Università e territorio esiste e va ben oltre la creazione di ricadute economiche». E individuando la priorità su cui agire, non solo alla “Cattaneo”: «Che le nostre imprese siano multinazionali tascabili lo sappiamo da decenni. Che i nostri laureati siano cittadini del mondo è evidente da anni. Che le nostre Università abbiano un profilo internazionale è ancora, in buona parte, da dimostrare».

Gli ospiti

Attilio Fontana alla Liuc

In prima fila ci sono i rappresentanti del mondo dell’industria, a partire dal presidente di Confindustria Varese Roberto Grassi e dal presidente della Camera di Commercio Mauro Vitiello, e delle istituzioni locali, con il Prefetto di Varese Salvatore Pasquariello, il sindaco di Castellanza Mirella Cerini, il presidente Fontana accompagnato dall’assessore alla cultura di Regione Lombardia Francesca Caruso, dal sottosegretario Raffaele Cattaneo e dal vicepresidente del consiglio regionale Giacomo Cosentino, e gli europarlamentari Isabella Tovaglieri e Oscar Lancini. Il governatore Attilio Fontana esprime «grande vicinanza a Liuc e a tutte le università della regione. È un comparto fondamentale in cui crediamo, perché le sfide del futuro sono fondate sulla conoscenza e la Lombardia non è attrattiva solo per gli investimenti ma anche per l’università, con tantissimi studenti dall’estero che vengono qui da noi. Siete sulla strada giusta su cui insistere: il futuro è fondato su innovazione, ricerca e conoscenza, e la Liuc è un esempio di concretezza negli studi».

Il debutto del nuovo AD

«Le università hanno due polmoni, la parte accademica e quella gestionale/amministrativa, ma un’unica missione comune e condivisa – le prime parole del nuovo amministratore delegato Richard Arsan, alla sua prima inaugurazione di anno accademico – il compito che mi è stato affidato è quello di rimettere in gioco l’università. Perché non si può restare fermi, non si può non cambiare in un mondo che corre, non si può non muoversi anche se si è sulla strada giusta, altrimenti si finisce travolti. Spinti dalla passione educativa». E il presidente Riccardo Comerio sfodera, e rivendica, i dati Almalaurea sulla Liuc: «Degli studenti LIUC delle lauree magistrali il 27,6% ha svolto un periodo di studio all’estero (media AlmaLaurea 11,1), il 73,6 ha svolto stage (media AlmaLaurea 60,2) e l’80% si iscriverebbe di nuovo alla LIUC allo stesso corso di laurea. Degli studenti LIUC delle lauree triennali il 17,1% ha svolto un periodo di studio all’estero (media AlmaLaurea 5,8), il 61,4 ha svolto stage (media AlmaLaurea 56,6) e l’87,9 % si iscriverebbe di nuovo alla LIUC allo stesso corso di laurea. Questi dati positivi non escludono che LIUC possa ulteriormente impegnarsi per contribuire a rendere ben fatte le teste – e aggiungo i cuori – dei nostri studenti».

liuc castellanza anno accademico – MALPENSA24