Frontalieri e tassa sanità: «Principio giusto». Il problema è attirare i giovani

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Due stati a confronto: da sinistra Norman Gobbi e Giancarlo Giorgetti

VARESEItalia e Svizzera a confronto a Palazzo Estense, con il tema dei frontalieri al centro del dibattito. Da un lato il ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, che ha parlato di «principio giusto» per quella che è stata definita la “tassa sanità” per chi lavora oltre confine. Dall’altro la voce del Canton Ticino, con la difficoltà di reperire personale nel settore della sanità: c’è un problema giovani che emerge in modo prepotente (nel video qui sotto gli interventi).


Principio giusto

La tavola rotonda tra gli esponenti dei due paesi ha animato la discussione dell’incontro sulle prospettive di Varese tra Olimpiadi ed Europa, in corso oggi lunedì 6 novembre a Varese. Giorgetti ha affrontato subito il tema della legge di bilancio, con la proposta di chiedere un contributo ai lavoratori frontalieri che optano per il servizio sanitario nazionale italiano. Sul territorio sono state avanzate molte critiche all’idea, che Giorgetti difende. «È una cosa che in passato c’è stata – ha detto – poi le regioni si sono in qualche modo disinteressate. Il tema è molto semplice: si possono discutere le modalità, che saranno affrontate in sede regionale, ma il principio a mio giudizio è sacrosanto».

Attirare i giovani

L’obiettivo della proposta è quello di trattenere nel Varesotto i professionisti sanitari attirati dagli stipendi più alti offerti oltre confine. Un aspetto toccato anche da Norman Gobbi, consigliere di stato della Repubblica del Canton Ticino. «Il tema del personale sanitario ha superato tutti i confini – ha detto – non solo in Canton Ticino si cercano sanitari italiani: in Svizzera tedesca vengono pubblicati sui giornali annunci in italiano per il personale sanitario. Ma è un problema continentale quello della manodopera altamente qualificata». Un altro scoglio è rappresentato dalla difficoltà di bilanciare le diverse esigenze di domanda e offerta di lavoro. «Abbiamo a che fare con le giovani generazioni che il lavoro a turni non vogliono farlo e il sabato e la domenica non se ne parla, ma i servizi essenziali sono h24 e 7 su 7. Questo è un problema che riscontriamo anche come amministrazione pubblica e non solo nelle aziende». In Italia non va diversamente: «Diventa praticamente impossibile reclutare sul territorio figure amministrative», gli fa eco Giorgetti.

Riordinare i ruoli istituzionali

Il ministro laghee spazia poi su altri temi, con un focus sull’Europa e sui problemi dell’Italia. «Con il Pnrr si è venuta a creare una disponibilità incredibile di risorse ma bisognava programmare in pochi mesi e realizzare in pochi anni. Molti hanno tirato fuori i vecchi progetti che già c’erano nei cassetti, e quindi è mancata la capacità di visione strategica e di amministrazione, con tanti progetti meritori ma senza una visione complessiva del futuro del paese». Quindi la necessità di rivedere l’intero schema istituzionale. «Bisogna rimettere in ordine il ruolo di Europa, Stato, Regioni e Comuni ed è molto complicato. Se non riusciamo diventa difficile affrontare le sfide del futuro».