La prima volta della Lega nazionale a Pontida

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Il raduno leghista sul “sacro pratone” di Pontida, in agenda domenica 1 luglio, sancisce definitivamente la nuova Lega di Matteo Salvini. Priva delle suggestioni di un tempo, dei miti e dei sogni bossiani, della identità padana, del Sole delle Alpi e del colore verde che la identificava in modo esclusivo. Non c’è più il Nord nel logo, nessuno “benedice” l’acqua del Po e parla più di secessione. Lo slogan “Prima i lombardi” si è trasformato in “Prima gli italiani”. E’una Lega nazionale, o meglio, sovranista, che però vola nei sondaggi. In una manciata di mesi, dal voto del 4 marzo ad oggi, è quasi raddoppiata nei consensi: dal 17 e rotti per cento all’attuale 31. Un exploit che non ha molti precedenti nella storia dei partiti italiani, forse non ne ha proprio, a testimonianza che le scelte politiche di questi ultimi tempi, finanche l’innaturale alleanza con i Cinque Stelle al governo, non ammettono discussioni.
Pontida ha oggi una sostanza profondamente diversa dalle prime adunate delle origini: alle idealità, ai sentimenti, alle emozioni sostituisce il pragmatismo, cioè l’azione concreta per incidere nella gestione del Paese. I “barbari sognanti” di Bobo Maroni sono finiti nelle retrovie per cedere il passo alle truppe delle ruspe, in arrivo anche dal Sud. Persino Alberto da Giussano non ha più lo stesso valore simbolico. E c’è chi si domanda se, davanti alla metamorfosi, abbia ancora un senso ritrovarsi sul “sacro suolo” dove i Comuni giurarono contro il Barbarossa.
Per dirla con una frase fatta, la Lega ha cambiato pelle. E vince. Vince rosicchiando consensi persino ai Cinque Stelle, drenando voti ai partiti del centrodestra, coalizione con la quale il Carroccio (possiamo sempre chiamarlo così?) si presentò alle elezioni del marzo scorso. Ma la domanda è un’altra: esiste ancora il centrodestra o la Lega, allo stato delle cose, può fare a meno di Forza Italia, Fratelli d’Italia, moderati, cespugli e cespuglietti a contorno? Il quesito agita i sonni di Silvio Berlusconi e compagnia cantante. Nella recente intervista a Malpensa24, il centrista Raffaele Cattaneo ha messo in luce la diffusa preoccupazione e il disorientamento politico su tale versante. Ed è a questi dubbi che Matteo Salvini dovrebbe dare una risposta a Pontida. Quanto egli sta attuando al Governo, come ministro dell’Interno e vicepremier che, sotto sotto, gestisce l’intera baracca, lo leggiamo tutti i giorni sui giornali e lo vediamo nei Tg. Ma quale sia oggi la vera collocazione politica della Lega rimane da decifrare. Un enigma che tutto sommato non dispiace al leader del movimento che fu di Umberto Bossi: tenere tutti sulla corda è una tattica premiante.
Resta la constatazione che domenica 1 luglio si celebra la prima Pontida a declinazione nazionale. La prima adunata in cui la Lega può dichiararsi davvero protagonista delle sorti del Paese, non più al seguito di Berlusconi ma con il timone saldamente nelle proprie mani. E può essere che, in questo contesto, virare dal verde padano all’azzurro sovranista sia considerato un dettaglio, benché sia altrettanto vero che, in alcune circostanze, anche l’occhio vuole la sua parte.

Lega pontida salvini – MALPENSA24