La terra è piatta e il cambiamento climatico non esiste

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Lucia Lo Palo, presidente di Arpa Lombardia, durante la discussa intervista a Italpress

Domenica 5 novembre, in provincia di Varese è spuntato il sole. Questa volta, e per nostra fortuna, l’abbiamo scampata. In altre zone d’Italia la gente spala il fango dalle cantine e dai piani bassi delle abitazioni: l’acqua ha fatto di nuovo disastri. E vittime. A Milano, a due passi da noi, è esondato il Seveso. Negli ultimi anni è accaduto con una frequenza impressionante. Segno che qualcosa non funziona nella prevenzione di simili episodi: a Milano, qui in provincia quando il maltempo ha colpito duro, in tutto il Paese. Oramai è un’emergenza ricorrente, addirittura continua. E’ stato ripetuto all’infinito, è stato detto e scritto. Potremmo riproporre la fotocopia di mille articoli del recente passato, tanto la questione rimane aperta. Quando piove è come se non ci fosse un domani: cambia il clima, ci pare scontato. Ma cosa abbiamo fatto per ridurre il dissesto idrogeologico? E la cementificazione selvaggia? E i disboscamenti? E l’inquinamento dell’aria? E tutto quanto concorre ad aggravare i guai ambientali?

Non lasciamoci sopraffare dell’ecoansia. Per questo c’è chi sostiene che le colpe non sono da attribuire alla mano dell’uomo. Non è una terrapiattista, uno di quei bizzarri personaggi che propongono scemenze colossali, ma è una addetta ai lavori. Perlomeno, dovrebbe esserlo: si tratta di Lucia Lo Palo, presidente di Arpa Lombardia, l’agenzia della Regione che si occupa proprio di ambiente. Ebbene, secondo il suo autorevole (!) parere i cambiamenti climatici “non sono anche frutto dell’uomo, no”. Di più: “Il cambiamento climatico è in corso da varie ere geologiche. Noi cioè attraversiamo il cambiamento climatico da molto tempo, da sempre, da quando la terra esiste”. Dichiarazioni rese durante una trasmissione televisiva sul canale video di Italpress. Ad intervistarla, un noto giornalista, Claudio Brachino, che alle parole della sua interlocutrice fatica a nascondere imbarazzo. Comprensibile.

Le opposizioni di Palazzo Pirelli, sede della Regione, hanno subito chiesto le dimissioni della presidente. Anzi, che sia il governatore Attilio Fontana a toglierle l’incarico. “Lucia Lo Palo è una negazionista del clima” l’hanno definita in coro dem e pentastellati. Ciò che sappiamo è che la sua carriera nell’ente tecnico contiguo alla Regione è (sarebbe) sostenuta da Fratelli d’Italia. Chi la sa lunga afferma che i meloniani fecero un’aspra battaglia politica affinché le fosse affidato quel ruolo, dopo che alle elezioni la Lo Palo non ottenne consensi sufficienti per entrare in Consiglio. Al punto che per aiutarla nel suo decisivo e impegnativo compito le è stato affiancato un direttore generale con i titoli giusti per condurre Arpa.

Se così fosse, anche qui siamo alle solite: la politica che dispone e impone in barba alle competenze. Vecchio discorso, detto, ridetto e riscritto come per la grande questione ambientale e per coloro che l’hanno e la stanno alimentando. Cioè, gli uomini. Che poi intervenga una Lo Palo qualsiasi a raccontarci che è sempre stato così, cosa volete che sia, indifferenti come siamo a tutto, o quasi. Presi dalle nostre piccole o grandi incombenze quotidiane, ci può preoccupare se non, addirittura, indignare una dirigente di una agenzia ambientale che nega l’evidenza e, a conti fatti, minimizza una situazione prioritaria, che dovrebbe allarmare l’intera comunità? A cominciare dalla classe politica, a cui competono le maggiori responsabilità. In fondo, quale importanza attribuire al diffuso dissesto idrogeologico e ai pericoli che genera rispetto, ad esempio, al dibattito attorno al premierato, destinato nelle intenzioni a cambiare in meglio l’Italia? Però, un’Italia sott’acqua.

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