L’Anpi presenta alla Vidoletti le 4 pietre d’inciampo per i deportati di Varese

VARESE L’Anpi provinciale di Varese ha presentato le quattro pietre d’inciampo dedicate ad altrettanti deportati varesini che saranno posizionate in città. L’iniziativa si è svolta stamattina, venerdì 18 marzo, presso la scuola Vidoletti di Masnago, alla presenza dei parenti dei deportati. I ragazzi hanno ricordato il loro esempio e la loro storia. È stato anche piantato un faggio rosso, le cui foglie sono simbolo di sacrificio.

Quattro varesini da ricordare

Presenti all’incontro la presidente dell’Anpi provinciale di Varese Ester Maria De Tomasi, la ricercatrice storica Francesca Boldrini e i membri del Comitato per le onoranze ai Caduti del San Martino. Agli studenti sono state presentate le quattro pietre d’inciampo che verranno posate nella città giardino, luogo di residenza dei quattro uomini della Resistenza varesina assassinati nei campi di sterminio: Luigi Morellini, Calogero Marrone, Mario Molteni e Paolo Achille Vergani. Sono stati gli stessi studenti a ricordare le storie dei deportati, leggendo le loro biografie. Il momento di incontro con gli alunni fa parte di un progetto di collaborazione dell’Anpi provinciale con la dirigente scolastica Silvia Sommaruga e la docente Laura di Bacco, progetto nato all’inizio del 2021 quando sono state commissionate le pietre.

Il ricordo della presidente

Presenti anche i rappresentanti delle istituzioni: il vicesindaco Ivana Perusin, la consigliera provinciale Emanuela Quintiglio e il consigliere comunale e provinciale Simone Longhini. «Ho visto queste pietre in tanti posti d’Europa – ha detto Ester De Tomasi – vederle qui nella nostra provincia è commovente. L’iter è durato un anno, con le ricerche negli archivi storici e nelle famiglie. Quegli uomini lavorarono insieme a mio padre, che fu più fortunato di loro e riuscì a tornare a casa». Non è ancora stata decisa l’ubicazione precisa delle 4 pietre: Anpi si sta confrontando con i parenti dei deportati. L’idea è quella di posizionarle tutte insieme in un luogo di passaggio nel centro di Varese. Gli appuntamenti sul tema alla Vidoletti continueranno nelle prossime settimane con una mostra sulla Resistenza presso la scuola e con dei pellegrinaggi da parte degli studenti delle classi seconde e terze presso i monumenti e i luoghi della Resistenza e della deportazione.

Un faggio “combattente”

La mattinata è proseguita con la messa a dimora di un faggio rosso, le cui foglioline rosse sono simboli del sacrificio. L’albero è stato donato dall’agronomo varesino Daniele Zanzi, che ha spiegato le caratteristiche della pianta. «Il faggio può vivere fino a 200-300 anni: lo vedranno anche i nostri trisnipoti che verranno qui alla Vidoletti. È una pianta che amo molto, i faggi sono dei combattenti come coloro che hanno perso la vita per una giusta causa. Una pianta che mal si adatta a vivere in città: ragazzi abbiatene cura e proteggetela – ha detto rivolgendosi agli studenti – ogni 15 giorni un po’ d’acqua e diventerà una pianta colossale». Quindi a concludere la mattinata un concerto musicale curato dagli studenti del corso musicale Vidoletti.

Le pietre d’inciampo

Le pietre d’inciampo sono piccoli blocchi di pietra ricoperti di una lastra in ottone lucente, realizzate dall’artista tedesco Gunter Demnig, che è l’ideatore del progetto Stolpersteine «una vittima, una pietra» concepito nel 1992, perché si abbia memoria di tutti coloro che furono assassinati dai nazifascisti nei campi di sterminio. Ogni targa riporta il nome, l’anno di nascita, il giorno dell’arresto, il luogo di deportazione, la data e il luogo di morte del deportato. Le pietre devono essere posate davanti all’ultima dimora in cui il deportato aveva scelto di vivere liberamente e se ciò non è possibile o nel caso di più pietre, possono essere posate tutte insieme in un luogo di grande passaggio, in una piazza, in una via, ma non nei luoghi di arresto o di sofferenza. L’obiettivo di questo atto è che le persone, che camminano ed incontrano queste pietre, abbiano un inciampo emotivo e siano indotte a un momento di riflessione su ciò che è stato.

La guerra di oggi

Ma quella di stamattina è stata anche un’occasione per riflettere sulla guerra di oggi, quella in corso in Ucraina. «Una celebrazione così con quello che stiamo vedendo ora in Europa ha un significato ancora più importante – ha detto Ivana Perusin – a Varese c’è tanta solidarietà e accoglienza per chi scappa dalla guerra». Una presenza simbolica c’è stata anche tra i ragazzi che hanno messo a dimora il faggio: uno di loro è di origini ucraine e un altro è per metà russo. La presidente provinciale di Anpi ha ricordato inoltre l’impegno del ciclista della memoria Giovanni Bloisi, che si è adoperato per far arrivare in Italia una famiglia di 3 persone dall’Ucraina. Una di loro è una donna incinta, entrata proprio oggi in ospedale per partorire.