Legnano, alloggi pubblici costruiti ex novo con 1 milione in casa confiscata alle mafie

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LEGNANO – Nuova vita per l’edificio di via Galvani 3 a Legnano confiscato alla criminalità organizzata (nella foto). La giunta comunale, su proposta dell’assessore alle opere pubbliche Marco Bianchi, ha approvato il progetto esecutivo per il suo recupero. L’edificio dell’Oltresempione è entrato nel patrimonio del Comune nel 2017 a seguito di trasferimento del bene sequestrato alla mafia con decreto dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Daniela

L’intervento è uno dei tre candidati dall’amministrazione comunale attraverso Città metropolitana al Programma innovativo per la qualità dell’abitare (Pinqua). Trattandosi di un bene confiscato alla mafia, quindi vincolato a una destinazione sociale, l’amministrazione ha pensato di ricavarvi cinque alloggi pubblici. I lavori per quasi 1 milione di euro (963.145,74) sono finanziati per 500.000 euro con fondi Pnrr, per 274.495,74 con risorse del Fondo opere indifferibili (Foi) e per 188.650 euro con risorse del bilancio comunale.

Bianchi: «Qui rigenerazione totale grazie al Pnrr»

«A pochi mesi dal suo insediamento – ricorda Bianchi – l’amministrazione aveva colto l’opportunità fornita dal Pinqua per riguadagnare alla città un bene sottratto alla criminalità organizzata. L’intenzione iniziale era di ristrutturare l’immobile per ricavarvi alloggi pubblici; a un esame più approfondito, condotto per la stesura del progetto definitivo, è emerso che, data la condizione degli stabili, la soluzione migliore è la completa demolizione e ricostruzione dell’edificio residenziale e dell’immobile adibito a magazzino. Gli edifici saranno ricostruiti con il medesimo disegno e dimensioni degli esistenti; quello a destinazione residenziale, in particolare, sarà energeticamente sostenibile. In tutti gli interventi con risorse Pnrr che stiamo realizzando e che abbiamo progettato la rigenerazione avviene mantenendo l’immobile su cui si interviene; qui invece la rigenerazione sarà totale con un edificio completamente nuovo».

Casa di ringhiera abbandonata da anni

L’edificio principale, che ospita gli alloggi e risale ai primi anni del Novecento, è posto a filo marciapiede e presenta le tipiche caratteristiche delle case di ringhiera; all’interno della corte è collocato il fabbricato destinato a magazzino. L’edificio residenziale si sviluppa su due piani fuori terra e un locale al piano interrato, mentre il fabbricato a destinazione magazzino si sviluppa su un unico piano fuori terra. L’edificio risulta disabitato da molti anni.

Nello specifico, era stato inserito fra gli immobili che hanno partecipato al bando Pinqua per le sue peculiarità tipologiche, ossia una casa a corte lombarda che si sviluppa con il suo spazio di convivialità (il cortile, qui sopra) all’aperto. L’obiettivo del progetto di partecipazione al bando era ricavare nuovi alloggi pubblici per immettere nel circuito abitativo spazi attualmente inagibili, quindi non utilizzati. Con la ricostruzione degli edifici, la riqualificazione del cortile e la realizzazione ex novo di tutti gli allacciamenti sarà così incrementato il patrimonio di edilizia pubblica residenziale da destinare alle fasce più fragili della popolazione.

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