Legnano, più di 200 interventi in 6 mesi del custode sociale in Canazza

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LEGNANO – Ben 206 interventi per 76 persone, per la maggioranza anziani e donne. Sono i primi riscontri resi noti oggi, martedì 9 agosto, della sperimentazione del custode sociale (nella foto, il gazebo e la mostra allestiti alla fine di luglio al Parco Robinson) partita nel quartiere Canazza di Legnano a fine 2021 e conclusasi alla fine di giugno. Esperienza che, alla luce dei risultati e del gradimento espresso dagli utenti, l’amministrazione comunale ha deciso di prorogare fino alla fine dell’anno.

Brambilla: «Primo problema, la solitudine degli anziani»

«Quanto emerso in questi primi mesi dall’attività dei custodi sociali – osserva Mario Brambilla, consigliere comunale incaricato per le politiche abitative – conferma una situazione nelle case di edilizia pubblica che vede persone anziane in uno stato di fragilità accentuato dalla solitudine. In molti casi c’è un bisogno di conforto e compagnia espresso dagli anziani prima ancora che di qualsiasi richiesta di commissione da sbrigare. Da qui la necessità di lavorare per costruire una comunità: abitare nello stesso condominio, infatti, non crea automaticamente relazioni, che sono una condizione essenziale per il benessere e la sicurezza di ognuno. L’amministrazione ha giudicato positivamente questi mesi di sperimentazione e ha deciso di proseguire con l’intenzione di estendere il servizio ad altri punti della città».

Dal supporto emotivo all’ascensore guasto

L’attività svolta dai custodi sociali (4, part time, coordinati dalla responsabile della cooperativa sociale Età Insieme, Federica Altichieri) ha interessato un’utenza composta al 61% da donne e per la metà (49%) con età superiore ai 65 anni, mentre il 45% rientra nella fascia 30-65 anni e il resto è sotto i 30 anni. Preponderanti sono le richieste provenienti dai condomini di viale Cadorna e via Girardi, seguite da quelle dei condomini di via Cinque Giornate e Colombes.

Quanto alla natura degli interventi, il motivo più ricorrente è il supporto emotivo (43), seguito dalle richieste che hanno a che fare con i servizi sociali, la conoscenza dei servizi alla persona in generale e con il sostegno alla disabilità e agli anziani (42), dagli incontri per il mantenimento della relazione (32), quindi dal supporto per la richiesta e l’uso delle credenziali Spid (23). Ma i custodi sociali si sono occupati anche di fare da tramite delle richieste dei condòmini ad Aler, fungendo da pungolo verso l’azienda e riuscendo, in alcuni casi, ad accelerare i tempi per risolvere i problemi, come la riattivazione di un ascensore messo fuori uso da un incendio che era indispensabile a un disabile residente al 4° piano per frequentare il centro diurno.

Sono emersi anche alcuni casi di abusivismo nelle cantine dei condomini, risultato di situazioni di marginalità cui la collaborazione tra Comune ed Euro.Pa ha trovato una soluzione.

Altichieri: «Abitanti e bisogni decisamente cambiati»

«Si è rivelata vincente la scelta di posizionare da subito nei cortili i gazebo per far conoscere i custodi sociali – sottolinea Altichieri – Se all’inizio siamo stati noi ad andare incontro alle persone, poi, gradualmente, le persone hanno cominciato a rivolgersi a noi. Aver avvicinato un buon numero di persone in questi mesi ci ha aiutato a conoscere un po’ meglio la situazione della Canazza oggi. Per molti, infatti, l’immagine di questo quartiere è ferma agli anni Ottanta o Novanta, quando la maggioranza dei condòmini era composto da famiglie giovani.

«La situazione, oggi, è decisamente cambiata: la popolazione è invecchiata e dobbiamo confrontarci con i problemi conseguenti all’invecchiamento. Ci sono, certo, esigenze di natura pratica, ma in primo luogo abbiamo riscontrato la necessità di avere semplicemente compagnia. Abbiamo organizzato momenti semplici per i residenti dei condomini, come le merende o gli aperitivi, che sono occasioni per stare insieme».

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