Libertà di stampa

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Fabrizio Iseni, editore di Malpensa24

di Fabrizio Iseni*

Politica, editori, giornalisti. Un rapporto sempre più difficile, teso, pieno di ostacoli e fraintendimenti. A meno che si stipulino, con un implicito atto di sottomissione, accordi più o meno sottotraccia di collaborazione. Che nel caso specifico è sempre a senso unico, cioè a favore della politica.

Io penso invece che la stampa debba sempre essere libera, senza padroni. Qualcuno dirà che è un’ovvietà e che, di questi tempi, è difficile per i giornali e per gli stessi editori viaggiare senza compromettersi con il potere. Ma soltanto se si è liberi si è credibili. Lo dico soprattutto ora, alla vigilia delle elezioni europee e amministrative, quando i partiti e, dentro ai partiti, i candidati spingono per avere visibilità. E’ comprensibile, ci mancherebbe altro. Ma c’è modo e modo di stare sulla scena pubblica attraverso i media, di qualunque natura essi siano. E c’è modo e modo di assolvere ai propri ruoli, il nostro di editori e di giornalisti. Al netto di chi prova a indirizzarci o, peggio, a intimidire con gli esposti e le querele: non sono questi i mezzi per zittirci.

Certo, la libertà di stampa è anche sinonimo di libertà economica, una condizione che permette di non chiedere aiuti a nessuno e di rimanere affrancati dalle conventicole del potere. Oggi, si sa, come vanno le cose, non sempre è possibile arrivare a un’autonomia finanziaria tale da riuscire a “fare da soli”, evitando qualunque condizionamento. Ma è questa la condizione ideale per fare buona stampa. Anche di fronte ai tentativi di restringere, se non addirittura di chiudere, gli spazi d’informazione con provvedimenti legislativi che, se da un lato puntano a garantire i diritti dei cittadini, dall’altro limitano la libertà d’informazione.

 E’ un tema enorme, che non può passare in secondo piano anche se ben altre questioni agitano le comunità e, in primis, la stessa politica. Un tema che ritorna comunque con forza rispetto alla necessità di garantire il rispetto delle fondamentali norme di democrazia e, quindi, di civile convivenza. Per questo, ritengo indispensabile che ciascuno delle parti in causa svolga i propri compiti con responsabilità e correttezza, così che gli uni non prevalgano sugli altri. Con spirito di collaborazione in vista, appunto, delle urne.

*editore di Malpensa24

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