Librandi ai parlamentari: «Tutti da Putin a farlo ragionare. No armi all’Ucraina»

Gianfranco Librandi

ROMA – «Forse ci dimentichiamo che Putin ha le bombe atomiche. Tutti noi parlamentari dovremmo andare in processione a fargli cambiare idea, invece di dare le armi all’Ucraina». Questa la dichiarazione che Gianfranco Librandi, deputato di Italia Viva di Saronno, ha pronunciato ieri, 15 marzo, alla Camera dei Deputati nel corso del dibattito sul decreto con cui il governo dispone gli aiuti militari all’Ucraina.

No alle armi, sì al dialogo

«Io dissento – ha affermato Librandi – io i russi li conosco bene, perché ci lavoro e voi state sbagliando i vostri calcoli». Il deputato e imprenditore ha annunciato che scriverà una lettera a tutti i parlamentari italiani per invitarli ad andare in delegazione da Vladimir Putin per chiedere il cessate il fuoco in Ucraina: «Bisogna trovare il modo per fare ragionare Putin, per farlo vorrei riuscire a convincere i miei colleghi, a cui scriverò una lettera, a formare una delegazione con l’obiettivo di riuscire a parlare direttamente con il leader russo, magari attraverso l’ambasciatore, per fargli capire che ha sbagliato».

L’intervento

«La Russia di Putin ha le bombe atomiche, e ce ne ha 8000 – ha ricordato Gianfranco Librandi nel corso della discussione sull’invio di armi in Ucraina – io non metto a rischio la mia famiglia, mio nipotino, la mia azienda e tutti voi che conosco come amici, per una guerra che va risolta con il dialogo e non mandando le armi». Il deputato di IV ha sottolineato anche che «dobbiamo accogliere gli ucraini che scappano dalla guerra», ma non è d’accordo sul sostegno militare a Zelenskij.

Iniziativa personale

Un concetto ripetuto anche ai microfoni di “Un giorno da Pecora” su Rai Radio1: «Devo ancora scrivere la lettera ai miei colleghi – ammette Librandi – io però credo alla mia idea, perché dando solo le armi all’Ucraina non si va da nessuna parte. Putin è un uomo solo, con cui non parla nessuno, noi ci dobbiamo confrontare con lui». Quella del deputato di Saronno sarebbe un’iniziativa personale: «A Renzi non l’ho ancora detto. Magari se glielo dico mi dà una mano».

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