Licia Ronzulli, le super bollette e la sciura Maria

castanoprimo contributi famiglie bollette

Non siamo tra coloro che possono sdottorare sui massimi sistemi dell’economia mondiale. Ma pur rimanendo nel ristretto perimetro conoscitivo della materia ci sovviene che, prima o poi, la questione delle bollette alle stelle provocherà un disastro sociale. Per questo ci sembra fantascienza il girare attorno alla formazione del nuovo governo, le liti, gli insulti, il mandarsi reciprocamente a quel paese (eufemismo), il proporre e il disporre di nomi per i ministri che usciranno, se usciranno, come escono i numeri dal pallottoliere del lotto; il dire e non dire, il pretendere e, infine, l’affermare diritti, primogeniture e potere che non riguardano affatto l’ampia, enorme categoria di chi fatica a mettere insieme il pranzo con la cena.

Si dirà: la formazione di un esecutivo non può essere decisa in quattro e quattr’otto come fosse il direttivo della polisportiva di quartiere. Vero, ma la situazione, compresi gli inequivocabili risultati elettorali che dovrebbero facilitare il compito, non consente di fare capricci e mettere in atto meline e trappoloni che neanche nella prima Repubblica erano plausibili.

Dal ristoratore che ci sventola sotto gli occhi la bolletta della luce triplicata rispetto allo scorso anno (da 5/6 mila euro mensili a più di 15!) fino all’imprenditore che racconta di come il costo dell’energia per la sua industria passi da 6 milioni all’anno a quasi 30 (!), è un susseguirsi di legittime lamentele. E di preoccupazioni. Fino al punto che, sia il ristoratore sia l’imprenditore, al netto del portafoglio ordini comunque pieno, stiano pensando di chiudere baracca e burattini, consegnando la palla allo Stato, una volta messi i dipendenti in cassa integrazione.  Detto questo, dovremmo pensare alla famiglia media italiana, che si ritroverà, fatte le debite proporzioni, con lo stesso problema: come pagare.

Tenuto conto che il rapporto Caritas, diffuso l’altro giorno, parla di un aumento spaventoso della povertà (5,5 milioni di persone), cifra destinata a crescere proprio in funzione delle super bollette, c’è poco da stare allegri per il futuro. Così, per dire, che la carriera politica della signora Licia Ronzulli, il cui caso ha rischiato di mandare all’aria il centrodestra vincitore alle urne, passi in secondissimo piano rispetto alle esigenze, anzi, ai drammi del paese reale. Certo, è un esempio, nel bailamme generale della politica che non riesce a scrollarsi di dosso l’aggettivo “politicante”, nemmeno ora che usciamo da anni di pandemia, con una guerra alle porte di casa, con i costi insostenibili di luce e gas, con il pericolo di ritrovare presto la gente in piazza a fare le barricate, con tutte le difficoltà delle quali siamo al corrente e che, la politica, anche quella oggi dominante dopo l’esito del voto, sembra lasciare sullo sfondo per privilegiare i giochi di potere.

Giochi che non serviranno, una volta varato il governo, a trovare soluzioni definitive o, quanto meno, accettabili a favore dei cittadini. Per i quali ci vuole ben altro, a cominciare dalla competenza e da una salda propensione alla serietà, sinonimo di concretezza. Si vedrà. Soprattutto “vedrà” la sciura Maria, che dei destini politici dell’ex infermiera Ronzulli, sempre per rimanere tra gli esempi, se ne infischia bellamente. Anche se dovesse essere lei a pagarle le bollette.

bollette ronzulli governo – MALPENSA24