Naufragio Lisanza, la perizia: “Effetto vela del telone, 8 passeggeri in più, meteo sottovalutato”

SESTO CALENDE – Non avrebbe mai dovuto lasciare la sponda opposta del lago Maggiore e prendere il largo la “Good…uria”, la barca armata e capitanata da Claudio Carminati, affondò al largo della costa di Lisanza con esito drammatico. La barca si inabissò di 16 metri e nel naufragio persero al vita Claudio Alonzi, 62 anni, Tiziana Barnobi, 53 anni, Anya Bozhkova, 50 anni, la moglie di origine russa del comandante Claudio Carminati, e Shimoni Erez, 54 anni, israeliano. Alonzi, Barnobi e Erz, appartenevano ai servizi segreti italiani, Erez era un ex Mossad quel giorno la gita in barca, con a bordo 21 007 era stata noleggiata per festeggiare il suo compleanno.

Meteo sottovalutato

Carminati ha sempre detto di non avere la più pallida idea che la sua fosse diventata la barca delle spie. Il capitano-armatore è stata indagato per omicidio plurimo colposo e naufragio colposo. E adesso c’è una perizia, chiesta dal pubblico ministero di Busto Arsizio Massimo De Filippo, che rafforza il capo di imputazione a carico dell’armatore. Una perizia tecnica di 60 pagine circa redatta da Carlo Ceccarelli (fu uno dei periti che lavorarono al naufragio della Costa Concordia) che individua il perché di quel disastro annunciato. Il primo punto: Carminati quel giorno sottovalutò l’allerta meteo che indicava l’arrivo di un’ondata di maltempo di forte entità. L’evento fu eccezionale, ma che non si potesse prendere il largo senza correre rischi importanti era stato ampiamente preventivato.

Il gazebo abusivo e l’effetto vela

Secondo punto: le modifiche “artigianali” che Carminati ha apportato alla barca senza mai registrarle e, si suppone, senza mai valutarne l’impatto sulla stabilità dell’imbarcazione. In particolare il perito ha individuato in alcuni cassoni di galleggiamento che Carminati avrebbe aggiunto per rendere più stabile la barca e che, al contrario, ne hanno minato, a parere del perito, la tenuta. Altra aggiunta casalinga all’imbarcazione è una sorta di gazebo in coperta munito di ampio telonato in plastica. Un’idea che probabilmente voleva regalare comfort agli ospiti che sarebbero così stati al riparo dal sole. In realtà è proprio per quel telone ad aver causato il ribaltamento della barca: con le forte raffiche di vento che soffiavano quel giorno e che si sono infilate sotto il gazebo il telone ha creato un effetto vela che ha ribaltato la barca.

Otto passeggeri in più

Terzo punto contestato il sovrannumero di passeggeri presenti alla gita degli 007: in tutto 23 persone tra ospiti ed equipaggio, mentre la capienza massima dell’inglesina si fermerebbe a 15. Anche gli 8 passeggeri in più, a parere del perito, avrebbero contribuito a destabilizzare l’imbarcazione. Imbarcazione che, al momento del naufragio, non era nemmeno assicurata.

Giubbotti salvavita non trovati

I periti non hanno riscontrato danni allo scafo: il naufragio, secondo l’accusa, sarebbe da imputare quindi all’effetto vela del telone, agli 8 passeggeri in più e alla sottovalutazione dell’allerta meteo. Almeno due di questi fattori (passeggeri e meteo) Carminati avrebbe dovuto considerarli. Sul fronte sovrastrutture casalinghe resta da capire si Carminati abbia fatto tutto da solo e vi siano altri profili di responsabilità. Resta inoltre l’incognita presenza dispositivi di salvataggio: non sono stati trovati, ad esempio, i giubbotti gonfiabili. Giubbotti che potrebbero essere andati perduti nel disastro anche se i periti non hanno trovato sulla barca gli alloggiamenti atti ad ospitarli. Anche questa è una sfumatura non da poco.

La difesa tace

L’avvocato Marco Vittoria, difensore di Carminati, a cui la perizia è stata messa immediatamente a disposizione, al momento non rilascia dichiarazioni. E‘ plausibile che la difesa punterà a dimostrare che in condizioni normali la barca avrebbe retto che l’allerta meteo non indicava un evento della portata poi registrata. E’ possibile che, dopo aver integrato il capo di imputazione con gli elementi tecnici della perizia, la Procura si prepari a chiudere le indagini notificando il relativo avviso all’indagato.

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