Lisanza, salta ancora la prima. D’Onofrio: «Ma la scuola non chiude»

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SESTO CALENDE – Solo nove bimbi iscritti: salta la prima alla scuola elementare di Lisanza. Stessa scena dell’anno scorso, quando l’istituto nella frazione di Sesto Calende ha dovuto rinunciare a una classe a causa delle poche richieste. O come due anni fa, nel quartiere Mulini. Vani i tentativi di convincere alcune famiglie a scegliere la struttura di via Alla Punta. E i motivi sono almeno due, secondo l’assessore all’Istruzione, Claudia D’Onofrio: «La posizione dislocata e la crisi legata alla denatalità». L’unica certezza, almeno per il momento, è che «la scuola non chiuderà».

I motivi

Tra la classe che è saltata lo scorso anno e quella che salterà ora, la scuola “Enrico Toti” di Lisanza si prepara a partire il prossimo settembre con solo la terza, la quarta e la quinta. «Ho provato personalmente a evitare che succedesse ancora», spiega D’Onofrio. «Ho telefonato a diverse famiglie, magari chi abitava nelle vicinanze, per chiedere di cambiare scelta e salvare la prima di Lisanza. Ma non c’è stato verso». E qui, il primo motivo: «La causa non è da ricercare nel personale, che anzi è molto qualificato. Purtroppo la scuola è in una posizione scomoda: in molti devono fare i conti con gli spostamenti, oppure preferiscono il centro perché sono vicini al lavoro o ai parenti».
C’è poi l’altro motivo, quello legato alla denatalità. Un problema a più ampio respiro che sta creando disagi in molti altri Comuni. «L’anno scorso a Sesto c’erano 75 bimbi che dovevano cominciare la Prima. Già quest’anno siamo passati a 64». Numeri che di certo influiscono.

Le difficoltà

La scuola di Lisanza sta evidentemente affrontando un momento di difficoltà. Ma per il momento «la scuola non chiuderà», garantisce D’Onofrio. Nella speranza che si possa trovare una soluzione il prima possibile. O almeno entro il prossimo anno, quando Sesto sarà di nuovo chiamata a votare per le Amministrative: «Chiunque ci sarà dovrà fare una valutazione importante per evitare che la situazione peggiori».
Per il sindaco Giovanni Buzzi «è grave», non nasconde. «Dispiace sempre quando succede. Facciamo il possibile con preside e provveditorato per organizzarci e partire, che è sempre il nostro obiettivo». Oltretutto «fa specie, perché la struttura di Lisanza è sempre stata molto ambìta. Cercheremo una soluzione e – come abbiamo fatto – altri incentivi per valorizzarla».

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