Maga e Majno: «Il polo culturale di Gallarate sarà una realtà unica in Italia»

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GALLARATE – Potrebbe diventare una struttura unica in Italia il polo culturale di Gallarate che nascerà unendo la biblioteca Majno al museo Maga: non un semplice trasferimento di strutture, ma una realtà in cui potranno convivere il vecchio e il nuovo, la memoria storica con l’innovazione tecnologica. «Una sfida», è stata definita ieri 25 settembre in Commissione cultura, riunitasi per fare il punto sulle visite che, prima dell’estate, hanno portato una delegazione gallaratese a studiare da vicino gli esempi a cui il nuovo polo guarda.

Idee e spunti dalle due visite

A luglio, infatti, gli assessori a Museo e Cultura Claudia Mazzetti e Massimo Palazzi, insieme ai rappresentanti del Maga e del Consorzio bibliotecario Panizzi hanno visitato prima Modena e poi Rovereto: «Due visite da cui abbiamo tratto spunti, ma anche capito cosa vogliamo evitare», spiega Mazzetti. La realtà di Modena ad esempio si è rivelata interessante per gli elementi strutturali che consentono la raccolta dei libri in verticale, sfruttando in modo modulabile gli spazi; ma i due enti, biblioteca e museo, «condividono soltanto la sede, senza comunicare fra loro: non è quello che cercavamo». Tutt’altra realtà il Mart di Rovereto, imponente struttura grande quattro volte il Maga, con una biblioteca di 450mila volumi, 10 milioni di fatturato e 92 persone che vi lavorano: «Una realtà moderna, funzionale, che ha saputo unire l’archivio, la vecchia stamperia, e tutta la parte moderna», ha spiegato Palazzi. Proprio questa convivenza tra antico e moderno è la chiave con cui si vuole leggere il progetto del nuovo polo culturale gallaratese, che, sfruttando una collaborazione già esistente tra i due enti, non vuole solo unirli sotto lo stesso tetto. «Non ci sarà competizione tra i due enti: sarà una sola realtà con più anime».

Una sfida da vincere

Una sfida? Certo lo è: e i gruppi di minoranza presenti ieri hanno sollevato dubbi sull’aspetto economico e quello gestionale, oltre che sugli spazi, che rischiano, per le mostre maggiori, di essere ristretti rispetto aquelli attuali. Quello che è stato garantito ieri è che continueranno a vivere sia la biblioteca Majno «con palazzo Mezzanotte che continuerà a conservare l’archivio storico oltre che l’emeroteca: è un servizio importante che è meglio rimanga nel centro città», sia alcune aree del Maga, si pensi alla sala Arazzi o alla sala lettura riservata, come spiega la direttrice del museo Emma Zanella: «Il museo non è divisibile in spazi, perciò alcune aree saranno condivise, dall’accesso alla reception. Probabilmente l’attuale area studio diventerà il punto dei servizi di accesso alla biblioteca, che starà al piano terra (quello adatto a sostenere il peso dei libri). Il secondo piano potrà essere una grande sala espositiva condivisa dai due enti e dedicata alla cultura digitale, grande aspetto trasversale su cui dobbiamo puntare. E l’area nuova con le balconate accoglieranno le esposizioni». La certezza è che accogliendo un enorme patrimonio storico aprendosi alle nuove tecnologie in campo culturale, il nuovo polo potrà essere vincente: «Abbiamo raccolto un’enorme sfida, perché non conosciamo esempi simili a quello che abbiamo in mente. Ma c’è un obiettivo che vogliamo raggiungere: valorizzare, preservare la nostra storia. E offrire a Gallarate delle nuove opportunità in campo culturale»

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