I Malpensa, musica «per volare e viaggiare»: la band indie pop di Roma

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ROMA – «Nel modo di scrivere che ho adottato ci sono sempre immagini che nascondono significati più preziosi di quanto appaia a una prima lettura. Per questo il nome Malpensa, uscito già prima che il nostro progetto fosse definito, ci sembrava figo: rappresenta una musica che fa volare, e viaggiare, ma ha anche il doppio senso del pensare male». Il cantante Vittorio Napoletano ha così raccontato la storia della band di Roma che si chiama come lo scalo della brughiera: «Un luogo che conosciamo, quanto meno di passaggio: un mese fa ho preso lì l’aereo».

La scelta dell’italiano per una nuova forma di espressione

Il gruppo, che ha avuto diversi cambi di formazione prima di giungere all’attuale, è nato tra il 2017 e il 2018, con la prima pubblicazione nel 2019: «All’epoca – ha spiegato Napoletano – stava esplodendo l’indie in italiano di Thegiornalisti e Calcutta. Avevo alle spalle un progetto in inglese, gli Indian Neighbours, e i nostri punti di riferimento sono band come Arctic Monkeys, Bombay Bicycle Club e Glass Animals; però all’epoca mi colpì il fatto che tutti quei gruppi e solisti si stessero affermando utilizzando la nostra lingua, mi sembrò un modo nuovo per esprimersi e dire la propria. Nei Malpensa ho iniziato come bassista ma ora canto e sono autore delle canzoni». Età media ventisette anni, e tutti della zona di Roma nord, con Napoletano suonano Federico Zanetti (basso), Salvatore Alcamisi (chitarra) e Fabrizio Campomori (batteria e cori). L’ultimo singolo è stato “Accelerare”, uscito a inizio maggio: «A settembre ne arriverà un altro che ha il titolo provvisorio di “Accessi vietati”».

L’esperimento “899” e l’ep “Veleno/Antidoto” sugli amori tossici

In preparazione c’è anche l’ep “Veleno/Antidoto”: «Parlerà delle relazioni tossiche e della loro dicotomia di momenti belli e brutti: tendenza che, in questi anni dopo il Covid, è diventata un po’ una costante». Come ha aggiunto Napoletano, i Malpensa hanno già attirato l’attenzione del conduttore televisivo Nicolò De Devitiis: «Prima che Blanco trionfasse a Sanremo inserì lui e noi come artisti emergenti nella sua playlist su Spotify. Siamo amici con tanti gruppi ma al momento non c’è una specifica scena a cui apparteniamo: abbiamo sempre cercato di non omologarci e fare le cose a modo nostro. Ad esempio il singolo “899”, di cui è uscito il video l’anno scorso, è stato un esperimento per ridere e prendere in giro la “rinascita” del pop punk sulla scia di Machine Gun Kelly: tante volte nella vita ci sono cose che tornano di moda. Nel ritornello poi canto “questi aerei volano basso e non so dirti che hanno”: fa ridere se si pensa che dal nostro studio vediamo passare ogni giorno gli aerei della scuola di volo dell’aeroporto dell’Urbe».

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